I Carabinieri forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo – Nucleo CITES, con il supporto dei militari della Stazione Carabinieri di Villagrazia di Carini (PA), nell’ambito di un servizio straordinario di controllo e repressione del fenomeno del commercio e detenzione di specie di avifauna protetta, hanno rinvenuto all’interno di un’abitazione di un incensurato due giovani esemplari di Poiana (nome scientifico: buteo buteo) – un rapace europeo sottoposto al restrittivo regime di tutela imposto dalla CITES (acronimo per Convention on International Trade in Endangered Species of wild fauna and flora – Convezione sul commercio internazionale di specie della fauna e della flora in via d’estinzione).
Un esemplare è stato rinvenuto all’interno di una voliera improvvisata, un secondo – deceduto – all’interno di un congelatore.
A seguito degli accertamenti entrambi gli esemplari sono risultati sprovvisti di sistemi di marcaggio e/o identificazione e privi della documentazione Cites prevista dalla legge. I militari hanno proceduto al sequestro degli esemplari e alla denuncia a piede libero del proprietario degli animali per violazione della Legge n. 150/1992.
L’esemplare in vita è stato affidato al Centro Recupero Fauna Selvatica di Ficuzza (PA) gestito dalla Lipu, nel tentativo di reintrodurre l’esemplare in natura. La carcassa è stata affidata all’istituto Sperimentale Zooprofilattico per la Sicilia “Mirri” di Palermo a disposizione della Procura.
Il ritrovamento di questi esemplari conferma le ipotesi sull’interesse, non solo amatoriale ma anche economico, che gravita intorno al mondo dei rapaci. Il valore commerciale di numerose specie di rapaci è molto elevato, complice la richiesta del mercato internazionale, specialmente da parte degli Stati mediorientali dove l’impiego dei rapaci per la caccia costituisce una pratica tradizionale nonché uno status symbol.
L’elevato valore di talune specie ha determinato l’interesse di alcuni soggetti a commettere furti di uova e pulcini dai nidi al fine di allevarli in cattività e venderli al mercato nero dove un esemplare come quelli sequestrati dai Carabinieri forestali può arrivare a costare fino a mille euro, ma esemplari più pregiati e rari, come ad esempio l’Aquila del Bonelli, possono costare anche più di diecimila euro.
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