Consentire agli enti locali siciliani e ai loro amministratori di usufruire delle risorse stanziate dal nuovo Piano di rafforzamento amministrativo (Pra) approvato dal governo regionale. E’ una delle richieste avanzate dall’Asael, associazione che riunisce gli amministratori locali siciliani, presieduta da Matteo Cocchiara (foto), nel corso della presentazione della seconda fase del Pra da parte dei dipartimenti regionali della Programmazione e della Formazione ai tavoli del partenariato pubblico e privato. Nel corso dell’incontro sono state analizzati anche i problemi che stanno a monte dell’utilizzo dei fondi comunitri in Sicilia, con particolare riferimento al Fesr e al Fse per il programma 2014/2020 e in vista anche della prossima programmazione comunitaria.
Secondo l’Asael “una pubblica amministrazione regionale e locale, se non possiede una idonea e moderna capacità di organizzazione e di azione nelle proprie strutture burocratiche, non può sperare di potere compiere passi in avanti nel campo della programmazione e della spesa”. Per questo motivo “bisogna ammodernare la macchina amministrativa, formando e specializzando una burocrazia che sul piano professionale possa competere sul livello nazionale ed europeo e che possa essere al passo con i tempi”, puntando soprattutto sulla digitalizzazione. L’Asael chiede quindi alla Regione un sostegno nei confronti degli enti locali nella fase di progettazione degli interventi per la partecipazione ai bandi predisposti con le risorse comunitarie, anche attraverso “tempestive informazioni” sui finanziamenti diretti della Comunità europea.
“Abbiamo ricordato al presidente Musumeci l’assoluta necessità di un sostegno agli amministratori locali che al momento soffrono enormemente per la mancanza di formazione del proprio personale – afferma Cocchiara -. Al giorno d’oggi siamo di fronte a nuovi processi e sistemi di governo della macchina pubblica e a fronte di queste innovazioni si riscontrano conoscenze molto precarie che finiscono col penalizzare gli enti locali. Rafforzare le conoscenze e la cosiddetta ‘governance’ nei sistemi di governo – conclude Cocchiara – consentirà agli enti locali un maggiore e più efficace utilizzo delle risorse comunitarie, ormai unico strumento per realizzare processi di sviluppo in territori al limite della desertificazione socioeconomica”
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