Il Prefetto, previo esame della proposta ricevuta dal Gruppo Interforze, ha adottato tre provvedimenti interdittivi antimafia, ai sensi degli articoli 84,89 bis e 91 del codice antimafia, D. L.vo 159/11, a carico delle ditte NAUTICA BARCARELLO Società Cooperativa, FRUTTI DI MARE CARDILLO DI BOSCO MARIA CHIARA e CERAMICHE GITOCHI di SALVATORE CACOCCIOLA & C. s.a.s., .
I provvedimenti prefettizi, adottati perché acquisiti molteplici, congruenti elementi e circostanze comprovanti il pericolo dell’infiltrazione mafiosa nelle società come di seguito annotato, seguono l’esecuzione del fermo di P.G., emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo – Direzione Distrettuale Antimafia, denominato CUPOLA 2.0 bis, concernente l’arresto in data 22.01.2019 di cinque soggetti ritenuti appartenenti all’organizzazione mafiosa “cosa nostra”.
NAUTICA BARCARELLO Società Cooperativa.
Provvedimento comprovato dai seguenti elementi:
utilizzo, risalente negli anni, da parte di “cosa nostra” del cantiere nautico, ubicato in Barcarello-frazione di Sferracavallo, prescelto quale luogo di molteplici e comprovati incontri di soggetti mafiosi, favoriti dall’isolamento della struttura che ne consentiva il nascondimento ed anche in relazione alle misure di difesa passiva approntate dallo stesso cantiere che ne gestisce la struttura;
utilizzo del cantiere nautico da parte di LO PICCOLO Calogero, ritenuto capo del mandamento di Resuttana-San Lorenzo, che vi organizzava un incontro anche nel mese di maggio 2017, quando era ancora detenuto, occasionalmente a Palermo in permesso premio per la nascita del figlio primogenito;
utilizzo anche nei tempi più recenti della stessa attività di rimessaggio per gli incontri, ampiamente documentati nel menzionato provvedimento di fermo, tra lo stesso LO PICCOLO Calogero, ed altri importanti esponenti mafiosi, tra i quali Settimo MINEO, capo del mandamento di Pagliarelli, già condannato per mafia nel maxi processo istruito dal Dr. Giovanni Falcone e poi ancora arrestato nell’operazione “Gotha” e condannato per associazione mafiosa, ritornato in libertà nel 2013, nuovamente tratto in arresto con l’operazione “Cupola 2.0” del 4 dicembre 2018, e Leandro GRECO, detto “Michele”, nipote diretto del capomafia GRECO Michele, detto “il Papa”, per avere diretto il mandamento mafioso di Ciaculli, tutti individuati come componenti, quali capi mandamento, della commissione provinciale di Palermo di “cosa nostra”;
“vicinanza dell’effettivo gestore a diversi soggetti condannati per mafia”, oltre che “il coinvolgimento del CORRAO “Giovannino”, identificato quale effettivo gestore del rimessaggio, in un’attività di veicolazione di messaggi funzionali agli incontri tra i predetti affiliati”.
FRUTTI DI MARE CARDILLO DI BOSCO MARIA CHIARA, con sede a Palermo in via Tommaso Natale 15/C.
Provvedimento comprovato dai seguenti elementi:
La ditta è stata costituita due mesi dopo la precedente scarcerazione di SERIO Giuseppe, nuovamente arrestato con il fermo di p.g. denominato Cupola 2.0 bis in quanto indagato, tra l’altro, per avere fatto parte della famiglia mafiosa di Tommaso Natale, in evidenziati rapporti con LO PICCOLO Calogero.
L’attività in questione risultava nella piena disponibilità dello stesso SERIO che, nella propria zona di influenza, imponeva ai ristoratori delle località Sferracavallo e Mondello la fornitura dei propri prodotti ittici, operando in quel territorio in regime di monopolio ed estromettendo con modalità tipicamente mafiose altri rivenditori.
Da un’intercettazione risulta anche la fornitura di “cozze morte”, cioè con la data di consumazione scaduta.
CERAMICHE GITOCHI di SALVATORE CACOCCIOLA & C. s.a.s., con sede a Capaci, in via Kennedy 73/75
Il provvedimento è motivato dai seguenti elementi:
Tra gli arrestati figura CACOCCIOLA Carmelo, padre del socio accomandatario, che il provvedimento di fermo delinea quale “soggetto intraneo al consesso criminale di stampo mafioso operante sul territorio di Capaci ed Isola delle Femmine”, oltre che “soggetto direttamente “sponsorizzato” dai LO PICCOLO.
E’ indagato per il delitto di cui all’art.416 bis c.p., tra l’altro, per avere esercitato un capillare controllo del territorio a Capaci ed Isola delle Femmine al fine di attingere le informazioni preliminari necessarie per consentire a LO BELLO Erasmo e agli altri sodali di inoltrare le pretese estorsive con particolare riferimento ai lavori edili e di movimento terra, come ad esempio nel caso dell’estorsione in danno dell’imprenditore;
avere messo a disposizione degli esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Carini, i locali della “Ceramiche per l’edilizia” siti in Carini, quali PIPITONE Angelo Antonino, PIPITONE Vincenzo, PIPITONE Antonino cl.69, PULIZZI Gaspare, consentendo loro riunioni riservate, alle quali tra l’altro partecipava personalmente, al fine di dirimere questioni attinenti le attività illecite operate sul territorio di Carini e la relativa spartizione dei profitti.”.
Nel provvedimento di fermo è scritto che il CACOCCIOLA Carmelo “presta la sua attività lavorativa presso il negozio di rivendita di ceramiche intestato a suo figlio Salvatore, ma di fatto a lui direttamente riconducibile e impone la fornitura dei materiali.
Dalle recenti intercettazioni telefoniche su utenze intestate alla predetta società, formalmente nella titolarità del figlio Salvatore, risulta che il CACOCCIOLA Carmelo si recava “ presso il cantiere di… per assumere informazioni sull’impresa che stava realizzando i lavori di costruzione della palazzina e proporsi come fornitore del materiale necessario per la realizzazione del fabbricato. Lo stesso che poi ha riferito le informazioni a LO BELLO Erasmo il quale si era recato dal costruttore… per effettuare la richiesta estorsiva”. Come è scritto nel provvedimento di fermo, Lo BELLO Erasmo, detto “Orazio”, già condannato per il delitto di cui all’articolo 416 bis c.p. e reggente già negli anni ‘90 della famiglia mafiosa di Carini, è soggetto “con ruolo direttivo e di indirizzo, in seno alla famiglia mafiosa che opera sul territorio di Capaci ed Isola delle Femmine” ed ha intrattenuto relazioni con diversi esponenti di rilevo del mandamento mafioso di Tommaso Natale, quali SERIO Nunzio e LO PICCOLO Calogero”.