U picciriddu d’abbaddrarò

Esiste un’isola dentro il cuore pulsante di Palermo che è davvero un crocevia di culture e tradizioni di paesi di tutto il mondo, questo posto lo puoi raccontare, ma per comprenderne la bellezza e allo stesso tempo lo squallore lo devi attraversare a piedi, con uno zainetto sulle spalle, tornerai carico di emozioni nuove, lo devi attraversare nei suoi vicoli, piazze, nella sua storia che ha visto protagonisti personaggi dei Beati Paoli, Cagliostro , personaggi reali e finti frutto dell’immaginazione di due bravissime scrittrici Simonetta Agnello e Giuseppina Torregrossa per citarne solo alcune.
Ballarò è una città nella città, una donna bellissima piena di colori e nello stesso tempo piena di tristezza, con sottane strappate e urla silenziose, l’isola delle contraddizioni.
Se l’attraversi nel suo mercato di frutta, senti tutta la forza e la bellezza della “ natura morta” che in quei banconi diventano gioielli preziosissimi per il palato, tutto profuma di buono, broccoli, arance, frutta di stagione, carne appesa con eleganza, pesce e aromi nostrani che si confondono con quelli africani e marocchini ormai, in perfetta armonia.
La merce viene abbanniata, cantilenata per reclamizzarne la buona qualità. Resti rapito da quei suoni arabi e provi la magia dell’esotico.
Poi c’è il mercato dell’usato uno spettacolo nello spettacolo, nell’area che và dalla chiesa di San Saverio a quella del Carmine, le strade limitrofe il sabato e la domenica sono prese d’assalto da gente che compra e vende oggetti usai e non, di ogni sorta, li puoi fare davvero una caccia al tesoro non c’è volta che non porti via con te, qualcosa di bello abbandonato che può tornare a splendere ancora nella tua casa, tutto torna a vivere ancora., è la magia del riuso.
Una tazza vecchia, antica torna ad essere splendente ripulita, porta con sé una storia che non conoscerai mai , ma entrando nella tua casa ne spargerà semi di mistero.
Ma dietro a quegli oggetti venduti per poco prezzo, ci sono visi stanchi e decisamente in difficoltà, ore e ore passate al freddo e senza sonno nella speranza di racimolare qualcosa. Il mercato inizia il sabato e finisce la domenica, non si dorme, la notte è attesa per fare affari con i ricercatori dell’introvabile, si perchè il mercato è frequentato da tutte le estrazioni sociali, da chi cerca il pantalone di seconda mano a chi vuole scovare oggetti antichi.
Ballarò è magica, quest’ultimo weekand a Ballarò, in pieno solstizio d’inverno con una luna,che sembrava un sole, tanto era gigante, la notte per il mercato dell’usato c’erano molti picciriddi che accompagnavano i loro genitori in questa vendita notturna, il freddo non li risparmia, ma iddi su picciriddi e s’addivertunu cu pocu, ma sempre picciriddri su e li non dovrebbero stare, ma se tuo padre non è benestante che colpa ne hai? Segui i tuoi genitori e i loro sacrifici.
U picciriddru di baddrarò sapi abbanniare è sveglio, l’occhio furbo e vigile, non so se conosce la tristezza, come la immaginiamo noi, che proiettiamo negli altri le nostre sensazioni, forse sa accontentarsi più di tanti bambini che in questi giorni saranno sommersi da regali e fesserie inutili….se solo rinunciassimo a una sola fesseria nostra per donarla a chi ha bisogno…!
Nelle mie visite notturne al mercato ho sentito insieme all’odore di pipì dei marciapiedi strapieni di roba, la bellezza dell’umanità della gente che ti accoglie con un sorriso, “s’accattasse stà tazzina signora” “Tutto a poco prezzo ed io accattu u pane domani “, dice un signore.
Buon Natale picciriddu!, spero tuo padre venda tante e tante cose .

Sabrina Miriana

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