A Milano, presso la  Sacrestia del Bramante annessa alla Basilica di Santa Maria delle Grazie, si è tenuta la cerimonia di consegna degli attestati ai vincitori della quindicesima edizione del Premio Italia Medievale.

La manifestazione “Vivere in Assisi”, che si tiene con cadenza biennale a Gangi, incantevole borgo sulle Madonie, considerata, concordemente, come una delle più belle manifestazioni medievali di Sicilia e degli eventi storici più affascinanti d’Italia, è stata insignita del prestigioso Premio Speciale Italia Medievale “per la sua attività di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale e artistico del proprio territorio”.

Il Premio è stato ritirato dal Presidente del Centro Studi Francescani e Medievali, dott. Roberto Franco, giunto a Milano, per l’occasione, insieme con una folta delegazione di “Vivere in Assisi”, dal cui grande impegno e intimo spirito francescano scaturì, ben diciotto anni fa la prima messa in scena della manifestazione giunta, nel 2017, alla nona edizione e divenuta, ormai, punto di riferimento imprescindibile per l’intera Sicilia e non solo.

Essa si distingue, adottando un format moderno e unico in Italia, per l’imponenza e l’originalità della sua programmazione, con l’intento di recuperare la gioia del messaggio e la ricchezza dei Valori umani e spirituali che San Francesco, Patrono d’Italia, perseguì nella sua vita “ora con consolante letizia, ora con scelte dure e dolorose”.

Ogni edizione è differente dalle precedenti, «si cerca di rendere costantemente autentico il messaggio di San Francesco», rileva il dott. Roberto Franco, «di volta in volta, dunque, testi, costumi e scenografie sono sempre nuovi. Alla fine si riesce, inevitabilmente, a scolpire nei cuori ciò che il Santo assisiate ha chiesto. Abbiamo voluto trasferire l’esperienza di San Francesco dai luoghi accademici per condurla ovunque, attraverso un percorso spirituale intenso e inatteso che migliaia di visitatori, indossate le vesti di pellegrini, si trovano a compiere a “metà tra Cielo e Terra” proiettati, attraverso un salto temporale tanto repentino quanto emozionante, in un’altra dimensione, fedele fotografia di un mondo medievale che fa da sfondo al viaggio».

Un teatro a cielo aperto, in cui Gangi fa da naturale e preziosa cornice, che rende tutti molto fieri, un elogio del silenzio e della spiritualità, in quella serena contemplazione del creato che Francesco cantò in luminosa e profonda comunione con Cristo.

 

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