Ciclo delle conferenze dedicate a Giuseppe Patiri 6° incontro

Ciclo delle conferenze dedicate a Giuseppe Patiri 6° incontro
Per celebrare i 240 anni dalla nascita di Nicolò Palmeri (1778 – 1837), si è svolta oggi a Termini Imerese, presso l’Istituto di Istruzione Superiore Statale “Nicolò Palmeri” la conferenza dal titolo: “Nicolò Palmeri eroe dimenticato”, incontro dedicato all’illustre storico ed economista termitano. La manifestazione fa parte del ciclo delle conferenze dedicate al noto paletnologo ed etnologo Giuseppe Patiri (1846 – 1917).

Programma

Saluti: Prof. Giovanni Lo Cascio
(Dirigente Scolastico)
Relatori:
Gen. Mario Piraino (Storico)
“La vita rivoluzionaria di Nicolò Palmeri, precursore del Risorgimento”
Giuseppe Piscitello (Maestro Cartapestaio)
La storia della cartapesta, le tecniche e le sue applicazioni
Dott. Fabio Maggiore (Economista)
“Le idee dell’economista Nicolò Palmeri”
Dott. Enzo Giunta (Storico)
“Dal cimitero dei colerosi al Camposanto di Termini Imerese. Un ‘viaggio’ durato 160 anni”
Introduce e Modera: Dott. Sergio Merlino D’Amore (Promotore dell’Archeoclub d’Italia sede di Termini Imerese)
Saranno presenti: l’Avv. Francesco Giunta (Sindaco della Città di Termini Imerese) e la Prof.ssa Rosa Lo Bianco (Assessore alla Scuola Pubblica)

Nicolò Palmeri fu un convinto fautore della riforma costituzionale d’ispirazione britannica del 1812 ed uno dei membri più attivi del parlamento siciliano. Il definitivo trionfo dell’assolutismo regio e la fine dell’indipendenza siciliana (1815-16) lo portarono a maturare una posizione fortemente antinapoletana e autonomistica come si evince chiaramente dal suo approfondito Saggio storico e politico della costituzione del regno di Sicilia (redatto attorno al 1822 e dato alle stampe solo nel 1847). Facendo proprie le convinzioni dei suoi maestri Paolo Balsamo e Rosario Gregorio (1753 – 1809) si prodigò per la promozione dello sviluppo economico dell’isola, aderendo con convinzione al liberismo economico di stampo inglese e consigliando caldamente l’apertura dei porti siciliani per il commercio estero, ben comprendendo il ruolo centrale nel Mediterraneo della Sicilia. Tali sue convinzioni li espose nel dettagliato Saggio sulle cause e i rimedî delle angustie agrarie della Sicilia (edito nel 1826). Dal punto di vista storico, pur non apportando contributi particolarmente originali, condensò i suoi studi in un corposo, ma agile compendio della storia siciliana dal titolo Somma della storia di Sicilia (5 voll., 1834-41), dove a chiare lettere esaltò la tradizione fortemente autonomistica della Sicilia nel corso della sua storia. Nell’estate del 1837 si diffuse in Sicilia, a desolarla con la morte di migliaia di vittime, il morbo del colera ed a Termini Imerese perirono circa duemila abitanti, tra i quali il Palmeri che si spense, nel luglio dello stesso anno, all’età di 59 anni, compianto da tutti. Le sue spoglie mortali furono inumate in una singola fossa del cimitero dei colerosi della piana di Bevuto e sulla lapide l’amico ed allievo il poligrafo termitano Baldassarre Romano (1794-1857) vi fece apporre taluni sacri simboli ed il nome dell’estinto. Nel 1862, l’umanista e poeta, Ugo Antonio Amico gli dedicò una biografia di 76 pagine edita a Torino dall’Unione Tipografica Editrice (antenata dell’attuale casa editrice UTET). Nel 1888 per l’intervento del Sindaco di Termini Imerese Francesco Cosenz, le spoglie del Palmeri furono riesumate e trasferite nel cimitero di Giancaniglia.

Giuseppe Patiri (paletnologo, etnologo e studioso di storia locale siciliano), fu un illustre socio in seno della benemerita “Società del Carnevale”. Infatti, oltre ad esserne il promotore, egli fu anche il referente ufficiale a Termini Imerese dell’antropologo Giuseppe Pitrè fondatore in Sicilia della “demopsicologia” e che insieme al folclorista – filologo Salvatore Salomone Marino, diedero origine all’Archivio per lo studio delle tradizioni popolari. Oggi il Carnevale di Termini Imerese è considerato a buon diritto uno dei più antichi d’Italia, ed erede diretto dell’antico carnevale di Palermo.

Giuseppe Longo
@longoredazione

redazione

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