La natura sa diventare matrigna, un po’ per colpa sua, un po’ per colpa dell’uomo, che non rispettandola, ne altera i contorni, le forme e lei si ribella.
Una fila interminabile di automobilisti bloccati lunedi pomeriggio per ore, lungo l’autostrada Palermo- Catania all’altezza dello svincolo di Villabate, un’albero caduto nella careggiata ha bloccato il transito delle auto, creando disagi a centinaia di automobilisti che transitavano in quella direzione, lasciandoli davvero in balia di sé stessi per troppe ore scatenando ansia, preoccupazione, paura.
La Sicilia e non solo in queste settimane è stata martoriata da eventi climatici che hanno generato specialmente nella parte orientale veri e propri danni all’agricoltura, alle abitazioni di tantissima gente.
Ieri il vento fortissimo a Palermo e dintorni ha lasciato una scia di guai in città, una bufera che non si vedeva da parecchio tempo, con alberi sradicati, lamiere divelte, sporcizia ovunque etc…Oggi Palermo si è svegliata come da un’incubo, con una giornata di sole d’autunno straordinaria e chi ha visto e sentito la bufera di ieri, stenta a pensare che tutto sia stato vero, se non fosse per quello che ha lasciato per le strade e la paura provata per le persone care e non che non erano a casa, durante le ore della bufera, chi fuori per lavoro, chi per esigenze, era un birillo in mano al vento e al destino.
È in queste circostanza più che in altre riflettiamo sulla debolezza dell’uomo, sulla sua fragilità. Come diceva Pascal l’uomo non è che un giunco, cosi fragile a pensarci bene, eppure cosi presuntuoso da pensare di potere gestire sempre tutto, ed essere “il padrone” della sua vita, ma quanto è sciocco, l’uomo non è padrone proprio di nulla, neanche di sé stesso. Se pensassimo a tutto ciò con maggiore attenzione, probabilmente eviteremmo tanti errori di presunzione, cattiveria e stupidità. Si stupidità, perchè benchè dotato d’intelligenza, l’uomo ha dimostrato con le sue azioni di essere spesso tremendamente stupido e la storia lo dimostra.
L’uomo dimentica troppo facilmente e la storia in questo si ripete amaramente, con i disastri idrogeologici, con l’esperienza di razzismo, con l’incapacità di gestire gli eventi di crisi .Di contro in molte circostanze sa’ essere sufficentemente bravo.
Siamo solo all’inizio dell’autunno, chi vive nelle madonie è abituato alle bufere, alla nebbia insidiosa, Palermo è in questo un’isola felice dentro la sua isola, incapace di gestire il mal tempo, che è pur parte dell’esistenza, vorremmo ci fosse sempre il sole, appena piove, la signora capitale diventa, una lucertola serpottiana che non sa come e dove scappare prima, ed i suoi abitanti formiche intrappolate nello stesso formicaio inondato dall’acqua, come la povera Mondello che ritorna quello che era, una palude.
Na “vuciata “ di disappunto iniziale e poi come in molte cose della nostra città ritorna l’indifferenza, spunta il sole ed il palermitano dimentica! Che memoria corta che ha!.