Il messaggio del Vescovo alle Madonie: le dichiarazioni del Commissario straordinario

Dalla Curia di Cefalù, arriva il forte messaggio del Vescovo S.E. Mons. Giuseppe Marciante, rivolto all’Assessore al Territorio e Ambiente Toto Cordaro, al Commissario dell’Ente Parco delle Madonie, ai Sindaci dei Comuni appartenenti alla Diocesi, al Presidente della So. Svi.Ma. e agli amministratori di Società, a compiere in maniera oculata e particolareggiata ed in vista di quella che è l’analisi sul fenomeno dello spopolamento dei piccoli centri delle aree interne, azioni strategiche sui territori per tentare di arginarne le cause.
Favorire lo sviluppo delle Comunità locali, deve assurgere a impegno morale nei confronti dei giovani che, in cerca di lavoro, sono costretti a migrare lasciando i loro luoghi natii.
Il Commissario dell’Ente Parco dott. Salvatore Caltagirone, così si esprime: “sento, il personale bisogno di esprimere la mia gratitudine al Vescovo Mons. Marciante, per l’impegno profuso e la speranza che genera nei cuori di tutti, esortando ognuno a operare bene per il “bene di tutti”. Come rappresentante di un Ente sovracomunale, le mie aspettative sono fervidamente e verosimilmente riposte, in accordi di collaborazione e di partenariato con tutti gli amministratori locali, per giungere alla stesura di programmi condivisi, senza alcuna sovrapposizione o forme di dispotica ingerenza che, possano così, evitare il sorgere di conflitti generati da incomprensioni o da logiche partitistiche e portare alla nascita di nuove idee, come conseguenza di analisi, revisioni di programmi e start up di nuovi processi.
I nostri atteggiamenti di amministratori, continua, non devono essere dominati dall’impazienza di apparire ad ogni costo sopra gli altri, proprio per non cedere il passo all’idea che è impossibile ed irrealizzabile costruire il “laboratorio di speranza”, coì come tanto auspicato dal Vescovo Mons. Marciante.
Mi piace pensare, dice “ che se il Supremo Dio non ama le appariscenze esteriori, siamo noi, prima uomini e poi governanti, che dobbiamo fare in modo che nei territori amministrati, si possano ottenere risultati positivi; piccoli granellini di seme coltivati su terreni fertili che producono piante rigogliose di frutti. È dunque nei giovani che va coltivata la speranza di riuscire a fare nei loro stessi territori grandi imprese. Per questo, l’Ente Parco delle Madonie, sviluppa percorsi di alternanza scuola-lavoro, creando visibilità all’esterno e competenze all’interno, sostenendo i progetti che nati come attività didattiche laboratoriali, si realizzano in stretta connessione con le attività istituzionali.
Un territorio, continua, il Commissario Caltagirone che “proprio per le sue origini storiche e culturali, posizione fisica e origine geologica, diventa un teatro a cielo aperto con scenari insuperabili per la loro bellezza naturale. Da qui, anche la diffusione di nuovi segmenti turistici, come quello del turismo accessibile aperto a tutti, o il turismo degli eventi in dimore storiche.
Sono convinto che il superamento di ogni forma di polemica se affrontata con spirito di comprensione e con la volontà di capirci e far capire agli altri, possa far comprendere che esiste la possibilità concreta di un “vincere che non è convincere”, perché è di fronte alle reali necessità dei territori che bisogna agire per la migliore risoluzione dei bisogni collettivi.
Ogni azione che andremo a compiere, programmata per un consenso condiviso, implicherà l’adozione di responsabilità, per cui parlare di un modello turistico territoriale ed inclusivo, permette che i piccoli passi di ognuno, diventino, seppure in piccole quantità, grandi progressi.
Per questo l’Ente Parco delle Madonie, assume un impegno pubblico che a livello territoriale, implica il coinvolgimento delle comunità e delle imprese locali, dove lo sviluppo del settore economico, sociale e ambientale deve considerare la comune visione di sinergie e reti- creatività, identità e dialogo. Bisogna, soprattutto, recuperare un rapporto di coesione sociale. Questa è la sfida del futuro. Ma per farlo occorre avere la dimensione del tempo come capacità di crescita. Dobbiamo modificare le nostre azioni, per sfuggire alla sincope del presente e ci renderemo conto che espressioni rimaste ancora oggi inespresse, possano diventare in virtù dell’incoraggiamento trasmesso anche dalla Chiesa, traguardi vincenti”.

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redazione

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