In merito all’articolo pubblicato dal giornale di Sicilia ( a firma del giornalista Mario Li Puma vedi allegato) mi preme fare una premessa, prima di entrare nel dettaglio della mia replica, dovuta, essendo stato coinvolto in questa situazione ed avendo, dal mese di maggio c.a., segnalato più volte al Sindaco Pietro Macaluso la presenza di cani randagi nella zona in oggetto, senza ottenere alcuna risposta.
Voglio quindi richiamare l’attenzione sulle responsabilità e sui compiti del sindaco (spesso disattesi e ignorati ) in materia di tutela degli animali d’affezione e prevenzione del randagismo, così come prevede la legge quadro in° 281/1991 e la legge regionale Sicilia n° 15 del 3 luglio 2000:
1) il sindaco tra gli altri, deve:
– provvedere alla vigilanza e controllo degli adempimenti previsti dalla legge regionale 3 luglio 2000, n° 15, nonché delle specifiche norme di tutela del benessere degli animali con personale adeguatamente formato e motivato;
– attivare, di concerto con le ASP, ambulatori veterinari dove effettuare le operazioni di anagrafe e di sterilizzazione provvedendo alla gestione ed al funzionamento degli stessi;
– provvedere alla cattura dei cani vaganti, con modalità che ne tutelino l’incolumità (legge regionale 3 luglio 2000, art. 14 comma 1;
– dotare la polizia municipale di appositi dispositivi di lettura dei microchip al fine di identificare l’identità dei cani catturati o rinvenuti sul territorio;
– disporre con ordinanza sindacale che i cani vaganti sprovvisti di proprietari, siano reimmessi sul territorio, previa sterilizzazione, nei casi previsti dall’art. 15, commi 6 e 7 della legge regionale 3 luglio 2000;
– affidare i cani vaganti per i quali non è stato possibile procedere all’identificazione , ai rifugi sanitari pubblici o convenzionati;
– stipulare apposite convenzioni con enti o privati o associazioni protezionistiche iscritte nell’albo Regionale, affinché si occupino della tutela e del mantenimento dei cani catturati, non reclamati, per i quali non è stato possibile procedere con la reimmissione sul territorio.
Pertanto il sindaco è l’unico responsabile della tutela della salute e del benessere degli animali sul territorio , in virtù anche del DPR 31 marzo 1979, che ha trasferito sui comuni le competenze in materia, prima affidate all’Enpa, ovvero all’ente nazionale protezione animali.
La premessa di cui sopra si è resa necessaria per la comprensione degli avvenimenti che di seguito vi espongo, e per individuare i responsabili di quanto accaduto:

– nel mese di maggio mi viene segnalata la presenza di un gruppo di cani randagi, presso il Bivio Madonuzza, tra questi una cagna molto probabilmente gravida;
– dopo pochi giorni vengo allertato della morte di alcuni cani, rinvenuti sempre nella zona; i cani sono morti in condizioni strane presumibilmente avvelenati….sottolineo presumibilmente poiché ad oggi non abbiamo ancora il referto delle autopsie:
– a seguito del rinvenimento dei cadaveri dei cani provo a contattare telefonicamente il Sindaco Macaluso che dopo 3 tentativi risponde infastidito alla mia chiamata urlandomi che ero un maleducato poiché continuavo a disturbarlo nonostante tutto lui non rispondesse al telefono, finite le sue urla riattaccava. Successivamente non sono più riuscito a comunicare con il sindaco;
– a distanza di poche ore dal mio tentativo di mettermi in contatto con il Sindaco, ricevo una telefonata da parte di una persona del luogo che mi allerta sul fatto che il Sindaco, sulla base di informazioni in suo possesso, aveva diffuso la notizia sull’identità dell’ l’autore dell’avvelenamento, ovvero il sottoscritto;
– ricevuta questa notizia diffamatoria trasmetto prontamente una Pec indirizzata al Sindaco, alla Procura ed alla Prefettura, nella quale diffido il sindaco dal continuare a divulgare informazioni diffamatorie sul mio conto esortandolo, piuttosto, ad intervenire nella messa in sicurezza dei cani ancora presenti sul suo territorio, come prevede la legge;
– dopo pochi giorni la cagna partorisce all’interno di un terreno della zona, la cui proprietaria fa subito presente al Comune la situazione, chiedendo il loro intervento, ma senza alcun esito;
– nei giorni successivi, a seguito della richiesta di intervento, rivolta alla segreteria della nostra associazione, da parte dei proprietari del terreno, dove sono presenti i cuccioli, inoltriamo prontamente a mezzo Pec due segnalazioni, con relativa richiesta di intervento, al sindaco di Petralia, nei giorni 17 e 27 luglio 2018 ;
– alle nostre segnalazione non perviene alcuna risposta da parte del comune, ma, nel frattempo apprendiamo che, secondo interpretazione personale del Sindaco, supportata da non so quale disposizione normativa o di prassi, le persone che volontariamente hanno accudito i cani fino a quel momento, sono le effettive proprietarie dei cani;
– nel mese di agosto una delle persone che si stava occupando del mantenimento e della cura dei cani, riceve la visita di un Veterinario dell’Asp di Petralia Soprana che le chiede di firmare un documento, che ovviamente la signora non firma;
– contattati nuovamente dalla signora, ci mettiamo in contatto con la dott ssa Nadia Divina, con la quale, in considerazione anche della grande sensibilità di quest’ultima, riusciamo ad instaurare un dialogo e un confronto costruttivo. Mi corre l’obbligo di sottolineare che L’ASP di Petralia Sottana, nella persona del suo Dirigente, ha cercato di mediare un accordo e di adoperarsi per una soluzione della situazione, pertanto alcuna negligenza si può ravvisare nel comportamento della ASP;
– decidiamo quindi di contattare il Rifugio Sanitario di Petralia Sottana per trovare, con il supporto della struttura, una soluzione veloce per la salvaguardia dei cuccioli;
– il titolare del rifugio, preso atto del problema, si offre di accalappiare i cani e di sterilizzarli con la promessa, da parte dell’associazione che rappresento, di adoperarci nel minor tempo possibile per farli adottare. L’offerta del Titolare non prevede alcun compenso da parte del comune, ma la sola condizione che, essendo i cuccioli sprovvisti di microchip, il sindaco faccia un’ordinanza di accalappiamento dove vengano esplicitati i termini dell’accordo gratuito.
– la Dottoressa, soddisfatta della nostra proposta, si fa portavoce della stessa.

Da quel momento non abbiamo più avuto notizie sull’esito di quanto sopra
L’epilogo purtroppo lo conosciamo tutti:
i cani sono morti tra atroci sofferenze.
Oggi il sindaco denuncia le volontarie che hanno come unica colpa il coraggio di non essersi voltate da un’altra parte abbandonando i cuccioli al loro destino.
Riteniamo grave l’atteggiamento del primo cittadino che invece di assumersi le sue responsabilità accusa chi, fino ad oggi, si è sostituito alla negligenza dell’amministrazione comunale.
La nostra associazione, che entro sera presenterà denuncia formale nei confronti del Sindaco Pietro Macaluso per omissione di Atti d’ufficio e per la morte dei cani, si sta confrontando con una professionista di Milano esperta, per valutare l’articolo pubblicato oggi e ponderare ulteriori azioni legali per tutelare le Volontarie che fino a sabato si sono prese cura dei randagi presenti sul territorio Amministrato dal Sindaco Pietro Macaluso, sostituendosi allo stesso per salvaguardare la salute ed il benessere dei cani, anche se purtroppo tutto ciò è stato vano.

Il presidente
Mirco Franciosi