Il 15 agosto è morta Rita Borsellino, donna elegante quanto determinata, esempio di un fare politica che è prima di tutto impegno civile: e questo lo stanno riconoscendo tutti, in queste ore, i suoi compagni di lotta alla mafia come i suoi avversari politici, i suoi amici e i suoi detrattori.
A noi piace ricordare che Rita Borsellino è stata la guida di un movimento, dal 2008, che forse per la prima volta pone come priorità il bene comune e propone come metodo di costruzione della società la legalità. Il movimento si chiama “Un’altra storia” e le sue attività si svolgono soprattutto nelle scuole e nelle associazioni. Un lavoro divulgativo e comunicativo incessante quello che Rita sceglie di portare avanti per le giovani generazioni, e ci piace pensare che la sua semina porti buoni frutti, che il suo impegno non sia stato vano, come ancora speriamo in tanti che non sia stata vana la morte di suo fratello per mano del sistema politico-mafioso.
Rita diceva sempre di non volere una verità, ma “la” verità: per le stragi di mafia, per la politica, per le emergenze sociali. Chi l’ha incontrata quando era Deputata all’Assemblea regionale (2006-2008), ha potuto ascoltare da questa donna coraggiosa la descrizione di personaggi, metodi, relazioni del parlamento siciliano di uno squallore avvilente, dagli scranni della destra e ugualmente da quelli della sinistra, e il sentimento che più la accompagnava in quei giorni, e spesso l’ha accompagnata nelle successive tortuose vicende politiche, era la solitudine.
Rita Borsellino è morta ma il suo esempio di un’antimafia agita senza agitarsi, discussa con pacatezza, senza proclami, un’antimafia della pedagogia e non della demagogia, della ribellione e non della repressione, un’antimafia del quotidiano e non dei riflettori, è l’altra storia che tocca a tutti noi scrivere.
Grazie Rita.

Democratici per Castelbuono