L’ESTATE “NERA” DEI LAVORATORI PALERMITANI

Proseguono i controlli dei Carabinieri del Nucleo Ispettorato del Lavoro di Palermo e nel Nucleo Operativo del Gruppo Carabinieri per la Tutela del Lavoro, per verificare il rispetto delle normative sulla sicurezza dei luoghi di lavoro.

Recentemente, le ispezioni hanno riguardato stabilimenti balneari e luoghi di ritrovo frequentati dai vacanzieri e non solo. Tra questi, anche un acquapark in provincia di Palermo, ove il personale operante ha provveduto ad identificare 30 dipendenti, di cui 14 risultati completamente sconosciuti alla Pubblica Amministrazione (in nero) e, tra loro, anche un giovane che non aveva compiuto 18 anni al momento dell’assunzione e che sarebbe stato impiegato senza la prevista visita medica preventiva e con orari di lavoro nettamente superiori a quanto previsto dai contratti collettivi.

Dopo l’accesso presso i locali societari, le violazioni riscontrate sono state oggetto di verbalizzazione al fine di applicare le sanzioni previste, le quali, alla luce delle modifiche introdotte dal Jobs Act, stabiliscono che in caso di impiego di lavoratori senza preventiva comunicazione di instaurazione del rapporto di lavoro da parte del datore di lavoro, si applica una sanzione amministrativa che va da 1.500,00 euro a 9.000,00 euro per ciascun lavoratore irregolare che non abbia superato, però, i 30 giorni di effettivo lavoro.

Le sanzioni, invece, possono arrivare fino a 36.000 euro per ciascun lavoratore, se impiegato per oltre 60 giorni di effettivo lavoro. La società controllata, inoltre, è stata “diffidata”, così come previsto dall’art. 13 del D.Lgs. 124 del 2004, alla regolarizzazione delle inosservanze riscontrate, entro i previsti termini e i lavoratori riconducibili all’impresa dovranno essere assunti per almeno 3 mesi.

Altro versante dell’attività ha riguardato aziende di impianti termo-idraulici intente al montaggio di condizionatori. In particolare, nel corso di una verifica, due operai stavano procedendo all’installazione di un apparecchio in un appartamento posto al secondo piano di una palazzina di civile abitazione ed uno di essi, tra l’altro in nero, era sospeso nel vuoto in piedi su una scala a forbice, senza i previsti dispositivi anti caduta (vedi foto).

Il datore di lavoro è stato segnalato alla Procura della Repubblica di Palermo per non aver consegnato al lavoratore i previsti dispositivi di protezione individuale (e nel caso di specie dispositivi di protezione da caduta dall’alto), per avere omesso di fornire al lavoratore una sufficiente ed adeguata informazione materia di salute e sicurezza, con particolare riferimento a concetti di rischio e del danno, per non aver fornito al lavoratore una attrezzatura di lavoro idonea in relazione al lavoro da eseguire in altezza con pericolo di caduta dall’alto. Inoltre, sempre nei confronti dell’impresa è stato adottato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale ai sensi dell’art. 14 del d. lgs. 81/2008 (per impiego di manodopera in nero) già revocato a seguito della regolare assunzione dello stesso lavoratore e del pagamento della sanzione aggiuntiva pari ad € 2.000,00.

Sono in corso accertamenti per vagliare eventuali responsabilità da parte dei committenti dei lavori.

Redazione

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