La vicenda riguarda un pensionato palermitano in difficoltà economica costretto a far frontea diverse esposizioni mensili (cessione del quinto, cambiali pendenti per pregressi finanziamenti, auto sostentamento) al quale, nelle scorse settimane, era stato notificato un atto di pignoramento di un quinto sulla pensione. Un ennesimo esborso mensile che lo avrebbe gettato sul lastrico.

A seguito di istanza presentata dall’Unione dei Consumatori il giudice dell’esecuzione ha stabilito che ad essere pignorata potrà essere una cifra di soli 80€ a fronte di una pensione di quasi 1500€. Precedenti ordinanze prevedevano che il giudice con la mera applicazione di calcoli matematici avrebbero dovuto pignorare al pensionato la somma mensile di € 160,00, difatti il limite dell’impignorabile della pensione è pari a 672,78 euro ( uguale all’assegno sociale di 448,52 euro aumentato della metà) nel caso del pensionato palermitano avrebbe potuto essere pignorata la somma eccedente, ossia circa 820, ma non per l’intero, bensì nei limiti del quinto, quindi 160 euro.

Gli avvocati dell’Unione dei Consumatori hanno eccepito il principio della non automatica equiparazione fra “minimo vitale” e “pensione minima” facendo leva su una recente sentenza (del 26.8.2014 n.18225) con cui i Giudici della Cassazione, hanno stabilito, che “in assenza di parametri normativi specifici ed analitici idonei a consentire la determinazione del c.d. minimo vitale, ben può il giudice della Esecuzione, in considerazione degli elementi del caso concreto (e non dovendo far  riferimento all’importo di trattamento minimo di pensione indicato dallo  stesso erogatore), pervenire all’importo maggiormente adeguato a soddisfare la detta esigenza di assicurare, comunque, al pensionato sufficienti ed adeguati mezzi di vita”.

“E’ un’ordinanza innovativa – dichiara il presidente dell’Unione dei Consumatori, Manlio Arnone – ottenuta a favore del pensionato, il giudice dell’esecuzione ha deciso di adeguarsi a una interpretazione estensiva determinando il pignoramento per la sola quota di 80€ un successo importante non solo per il profilo giuridico ma per l’importanza che quegli 80 euro in più hanno nell’economia mensile del nostro assistito ci riteniamo soddisfatti un atto di giustizia verso i più deboli”.

L’avvocato Gianni Dario Giuffrè, membro dell’Unione dei Consumatori, che ha assistito il pensionato dichiara: “Il provvedimento emesso dal Giudice dell’esecuzione di Palermo é frutto e conseguenza di una corretta e saggia applicazione di principi cardine della nostra Costituzione (art. 36) e della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea che garantisce il riconoscimento del diritto all’assistenza sociale al fine di assicurare un’esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongono di risorse sufficienti.”

Per informazioni gli uffici dell’Unione dei Consumatori sono a disposizione dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 12.30 e dalle 15.30 alle 19 e il sabato dalle 9 alle 12,30 al numero di telefono 0916190601, o ancora attraverso il sito:http://www.unionedeiconsumatori.it”.

 

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