“Ci rammarica vedere la nostra Università degli studi di Palermo relegata al settimo posto nella classifica dei più grandi atenei italiani stilata dal Censis, e che prende in riferimento diversi parametri come i servizi offerti, le strutture, la comunicazione digitale, l’internazionalizzazione.
Non ci spieghiamo infatti, come possa essere successo che a fronte di un aumento degli immatricolati con percentuali a 2 cifre, veniamo declassati fra i grandi atenei”. A commentare cosi la classifica del Censis sugli atenei italiani è Maurizio Ippolito, segretario Cisl Università Palermo Trapani. “Ci sorge un dubbio, forse è possibile che la riorganizzazione della struttura centrale con la cancellazione di aree come la ricerca e la didattica, abbia messo in crisi il sistema dei servizi, e che la configurazione delle aree nel suo complesso non risponda ai criteri di efficacia ed efficienza sbandierati in Consiglio di Amministrazione dal Rettore. Certo – conclude Ippolito – il mancato confronto con le parti sociali non ha aiutato l’attuale governance a operare scelte che, oggi, si dimostrano strategicamente errate”.
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