Ci sono emozioni che restano impresse cosi vivi nell’animo umano,nonostante passi il tempo, nonostante tu sia lontano dalla fonte di quel ricordo, proprio come la ricerca del tempo perduto di Proust.
E’ quello che è accaduto sabato  a molti madoniti e non ormai radicati in città durante la bellissima manifestazione  MADONIE IN SCENA che ha visto sfilare il gruppo del Ballo della Cordella dal teatro Massimo fino ai quattro canti.
Per me che nel cuore scorre sangue petralese rivedere i giovani in costume sfilare per via Maqueda e vederli esibire con la prestigiosa danza della cordella è stato emozionante davvero, l’emozione di chi sente le proprie origini scorrere nelle vene nonostante da tanti anni ormai vivi lontano.
Il pubblico ha assistito incuriosita ed entusiasta, applaudendo con energia dinnanzi ai colori brillanti dei costumi, la danza virtuosa dei nostri ballerini e le parole di pace raccontate dal bastoniere instancabile Gabriele  Geraci.
Il ballo evoca il ciclo del grano, fonte di sussistenza e di vita per la civiltà contadina. Le dodici coppie dei ballerini rappresentano i mesi dell’anno , insieme intrecciano sapientemente delle figure di cui l’ultima l’ombrello è carica di significato. La danza è un’auspicio al buon raccolto ed un ringraziamento.
La danza secondo la tradizione era anche da cornice al matrimonio dei contadini, rito propiziatorio alla creazione del nuovo nucleo familiare.
Molto bello il momento in cui il gruppo in cerchio si è composto in preghiera per rivolgersi virtualmente alla Madonna Dell’Alto padrona di Petralia Sottana e chiederle protezione.
La città sembrava felice di ospitare tanta bellezza, la semplicità dei visi delle ragazze e la compostezza dei giovanotti, la musica dal vivo dei musicisti e il fiscalietto che faceva da richiamo indiscusso verso suoni e ritmi che sanno di antico, carichi di melodia e natura.
Abbiamo bisogno di riscoprire le nostre origini, di innamorarci dinuovo della terra e della natura.
(foto di  Domenico DiVincenzo per gentile concessione)