Privacy e procedure, ecco come fare, per mettere in sicurezza il patrimonio di dati italiano adeguandosi alla normativa.

“Oggi, proteggere la “sicurezza digitale italiana”, si può. E’ necessario coniugare i diversi livelli normativi, adeguandosi al nuovo regolamento per la privacy GDPR (General Data ProtectionRegulation), attivando la policy di sicurezza “framework“. È questo il primo passo da compiere per rispettare la normativa e mettere in sicurezza “i dati particolari” di aziende, pubbliche amministrazioni e privati”.A dichiararlo la dott.ssa Stefania Ranzato, Presidente ed AD della società Cyber Intuition (www.cyberintuition.it)Intelligence Security Company, che opera a livello nazionale ed internazionale. La società, che si è distinta per aver creato Raptor(software “anti – ransomware”), quale soluzione alla lotta del cyber crimine, oggi si misura anche su un altro campo: adeguare Istituzioni ed aziende alle disposizioni normative.“Il nostro compito – ha continuato la Presidente Ranzato – è facilitare questo processo e mettere in sicurezza digitale la nostra Nazione, investendo in ricerca e sviluppo. Infatti, abbiamo creato il software di protezione dati “DPR Data Protection& Recovery”,(conforme alla normativa europea 2016/679 GDPR) per consentire alle aziende di adeguarsi alla normativa europea. Il nostro obiettivoè supportare ed assistere tutti gli utenti nell’adeguamento del regolamento Europeo e nell’applicazione del framework.  Ed infatti, tra le nuove regoleUe, troviamo la valutazione di impatto dei rischi presenti nel trattamento dell’informazione. Le minacce individuate nell’analisi sono neutralizzate attraverso   l’applicazione di un framework di sicurezza. Questo nuovo approccio, rispetto alla normativa precedente è importante soprattutto se considerato alla luce del nuovo principio introdotto di accountability. Ogni titolare (persona fisica o giuridica che determina finalità e mezzi con cui sono trattati i dati) è responsabile. Proprio per questo motivo, non si può essere impreparati, pena l’applicazione di sanzioni fino 20 milioni di euro o il 4% del fatturato (per il GDPR)e   150 mila euro (per il non adeguamento al framework).Oggi, tra le altre cose, serve un intervento urgente del Governo per la promulgazione di un decreto, per integrare le disposizioni del Ue all’interno del sistema italiano. Infatti, il recepimento della norma europea non è semplice e riguarda, ogni persona, ogni azienda, che usi strumenti digitali. Oggi, nessuno è al sicuro. Occorre adeguarsi, applicare la norma, ma soprattutto attuare comportamenti per la sicurezza digitale. Sono necessarie difese sofisticate quanto gli attacchi ed una semplificazione ed uniformità di norme per guidare Governi ed Amministrazioni, aziende ed imprese. Sono a rischio dati e sicurezza Nazionale, in un momento in cui risultano in costante incremento gli attacchi informatici e l’aumentata sofisticazione degli stessi virus.

 

 

 

Redazione

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