La religiosità del popolo siciliano,“U Pilusu”, festeggiamenti per Santo Onofrio

Sono iniziati a Palermo i festeggiamenti in onore del Santo Onofrio e della sua congregazione che esiste da circa 470 anni. Santo Onofrio, “colui che è sempre contento”, sembra secondo la leggenda, fosse figlio di un re, a lungo desiderato, ma che appena nato, fu’ indicato da un demonio come figlio di una relazione adulterina della regina, uscì indenne da queste ingiurie sottoposto alla prova del fuoco, ma nel tempo decise di vivere in isolamento nel deserto egiziano.
Diede prova di grande religiosità e alla domanda di un suo disciepolo, di quale fosse la via per la santità, rispose che l’unica via per la santità era l’umiltà.
A Palermo il santo è conosciuto come “ u pilusu “per i lunghissimi capelli che avvolgono il suo corpo, a lui viene riconosciuta la capacità di far ritrovare gli oggetti smarriti e far maritare le donne, che non riescono a trovare marito, recitando una preghiera in siciliano :
Santu Nofriu lu pilusu
Iu vi pregu di cca jiusu
Vui ‘na grazia m’aviti a fari
Un maritu m’aviti a truvari
l’aspetto di uomo ricoperto da capelli cosi lunghi era legato al tipo di vita che conduceva da eremita, sabato andrà in processione nella piccola chiesetta vicina al Monte di Pietà la statua lignea che lo raffigura, scolpito da un’artista non vedente detto “il cieco di Palermo”.
In queste circostanze si riscopre una religiosità nel popolo siciliano, che la quotidinanità non fa vedere a circa un chilometro dalla chiesa del piluso un’altra meraviglia nascosta, la chiesa del Monastero dell’Assunta voluta ed edificata dalla famiglia Moncada dopo la perdita dolorosa del primo genito.
Si respira tra gli stucchi la tenerezza di una madre e di un padre che dopo un dolore cosi tremendo decisero di rinunciare ai loro averi e dedicarsi alla vita della preghiera, qui unica a Palermo l’immagine raffigurante la Madonna della Salute a cui ci rivolgiamo speranzosi di esserci benevola nel nostro cammino, preziosissime le spiegazioni del giovane Filippo Leto che da anni accompagna i visitatori nei segreti di questo prezioso scrigno che merita attenzione e rilancio per la bellezza che in essa si respira.

Sabrina Miriana

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