La voce comincia a circolare in città ed i curiosi si avvicendano sempre di più.
A distanza da un ‘anno dall’inaugurazione è esploso nel suo splendore il giardino di rose, dedicato a Rosa Balistreri, nel cuore della città moderna, in uno spazio che tuttavia era lasciato in uno stato di incuria e abbandono.
Dopo appena un’anno dalla piantagione delle prime rose, il giardino in questi giorni si è trasformato in un tripudio incredibile di colori, le rose sono di vario tipo e profumatissime, come delle regine spadroneggiano eleganti attorno a vasche d’acqua a forma di stella, dove indisturbate galleggiano ninfee e tartarughe.
Un’atmosfera assolutamente insolita dentro una cornice di palazzi alti, dove il cemento sembrava essere l’unico padrone, l’amore per la vita, contro la cultura della morte del cemento sfrenato.
Bella sensazione camminare tra le rose, in uno spazio del giardino è stato creato un’anfiteatro, idealmente Rosa Balistreri canta con un pubblico innamorato dei suoi brani.
Rosa Balistreri, cantante indiscussa della nostra sicilianità, ha permesso al nostro dialetto di esprimere sentimenti, amore, rabbia come spesso la lingua italiana in alcuni contesti non potrebbe fare.
Se provassimo a tradurre in italiano,la celeberrima frase “ciatu meo” cantata in una canzone dell’artista sarebbe difficile tradurne il senso profondo dell’amore , dell’appartenenza.
È mentre il giardino fiorisce, divenedo luogo di ristoro per anziani, giovani, bimbi che giocano, il dialettto siciliano finalmente diventerà materia di studio nelle scuole.
Passi importanti che esprimono un’attenzione rinnovata verso il rispetto della nostra terra e tradizione.
Curatissimo questo lembo piccolissimo di città profuma di una bellezza trionfante un ricordo ad una donna che ha sofferto tanto nella sua vita, ma che è riuscita a diventare immortale con la sua musica.
Le rose la onorano con la loro bellezza indiscussa.