Viviamo come tanti imbecilli, in uno stato di perenne corsa alla ricerca sempre di qualcosa, Bukowski scrive : “ Corrono come se avessero il fuoco sotto il sedere in cerca di qualcosa che non si trova.Si tratta fondamentalmente della paura di affrontare se stessi,la paura di essere soli.”
Il rumore tiranno troneggia nelle nostre case e nelle nostre vite. Non esiste più il silenzio. Anni fa il poeta Aldo Palazzeschi in una poesia dal titolo “la passeggita” descriveva con parole semplici il bombardamento sensoriale a cui siamo quotidianamente sottoposti, anche facendo una semplice passeggiata, siamo fagocitati da rumori ed immagini, macchine, cartelli pubblicitari, immersi in uno stato di perenne allerta sensoriale.
L’invasione delle informazioni soffoca gli individui e la rapidità con cui si succedono le notizie impediscono qualsiasi forma matura di riflessione.
Ingabbiati in uno stato di rumore assordante con degli effetti negativi sulla vita fisica e psichica delle persone.
Attaccati ai cellulari siamo incapaci di sperimentare la solitudine, l’assenza dell’altro ci annienta,per quanto l’altro sia solo virtuale, abbiamo bisogno di essere sempre connessi, di sapere che siamo cercati e che l’altro ci risponde in tempo reale, altrimenti viviamo uno stato strano di frustrazione.
Questa incapacità di staccarci dai cellulari ha creato una generazione di gente che sa solo guardare all’ingiù, incapace spesso di guardare oltre il proprio naso, condivide esperienze che in realtà non gli appartengono.
La paura della solitudine ci porta a volere a tutti i costi alzare il volume della musica, delle parole, sperimentare il silenzio significherebbe sentire una gran solitudine, un vuoto esistenziale per molti intollerabile.
Bisogna educare i giovani a non avere paura del silenzio, ma a saperlo apprezzare, il silenzio ci riconnette con le parti più profonde dell’esistenza. Saper stare soli è un segno di maturità, chi ha imparato a stare da solo non accetta compromessi di compagnie inutili, mediocri, impara a pensare con la propria testa.
Non possiamo godere dei nostri passi se la nostra attenzione è rivolta al chiacchiericcio mentale, se vogliamo imparare ad apprezzare il silenzio dobbiamo procedere per sottrazioni, ossia togliere tutto ciò che è superfluo.
Il silenzio è un dono prezioso, a cui non dobbiamo rinunciare, si avvicina la bella stagione, qualcuno ha già pensato di promuovere itinerai del silenzio, percorsi culturali e paesagistici che ci portino verso luoghi dove si possa apprezzare il silenzio, parliamo di gite nei nostri parchi, visite nei conventi, i luoghi del silenzio dove potere respirare quel senso di pace che sembra abbiamo perso.
Vogliamo ricordare un’iniziativa simpatica nata ad Anghiari, in Toscana per volere di due scrittori di fama nazionale Duccio Demetrio e Nicoletta Polla Mattiot, è nata l’accademia del silenzio che si propone di promuovere percorsi di studi ed attività in cui l’unico vero protagonista è il silenzio.
L’accademia ha realizzato una mappa dei luoghi in cui sperimentare il silenzio, sarebbe interessante potere inserire in questo percorso anche molti dei nostri piccoli comuni madoniti che si prestano perfettamente per vocazione ad essere silenziosi , potrebbe essere un’importante occasione di intensificazione del turismo verso percorsi nuovi di riflessione, con gite tematiche, dibattiti.