Violenza di genere. Ippolito: “Concrete opportunità di riscatto sociale e familiare alle donne”

“Dopo i convegni, i giusti attestati di solidarietà, le
campagne di sensibilizzazione, le donne che subiscono violenza rischiano di
rimanere da sole con i loro lividi. Bisogna dare loro concrete opportunità di
riscatto sociale e familiare e gli avvisi pubblici che abbiamo predisposto
obbediscono a questa logica”. Lo ha detto l’assessore regionale delle Politiche
Sociali, Famiglia e Lavoro Mariella Ippolito annunciando le prime misure contro
la violenza di genere che prevedono un investimento complessivo di 3 milioni e
mezzo di euro fino al 2019. Uno degli avvisi offre supporto alle donne prese in
carico dai centri antiviolenza, dalle case di accoglienza ad indirizzo segreto,
dalle case rifugio, a conclusione del periodo di accoglienza in emergenza, che
non dispongono di un alloggio o per le quali l’abitazione, utilizzata prima del
verificarsi dell’episodio di violenza, non garantisce più la loro sicurezza. I
contributi potranno coprire canone di affitto, spese per arredi, spese
condominiali e utenze. Ad avanzare l’istanza possono essere i Comuni, le
associazioni o le cooperative sociali che gestiscono le strutture accreditate.
I primi, attraverso i servizi sociali, che, presa in carico la donna vittima di
violenza, ne attestino lo status di vittime di violenza di genere. Un altro
avviso dello stesso Assessorato Regionale invece prevede il supporto attraverso
azioni di sostegno psicologico, sanitario, educativo e legale alle vittime e ai
loro familiari. Gli stessi soggetti proponenti potranno presentare istanza per
richiedere contributi per spese non rientranti tra quelle coperte dal Servizio
Sanitario Nazionale, per spese legali non rientranti nel patrocinio gratuito,
per spese funerarie, e per il sostegno al percorso socio-educativo e scolastico
per i minori a carico, orfani o portatori di handicap. Un’altra azione a favore
delle donne vittime di violenza e della loro autonomia economica, occupabilità
ed empowerment individuale, riguarda l’attivazione di borse lavoro, da gestire
attraverso le strutture accreditate. Ogni borsa lavoro ha un importo massimo di
€ 10.000 e una durata di 12 mesi. La somma, per un massimo di € 4.000,
comprenderà la copertura dei costi assicurativi e contributivi, del tutor e il
costo della polizza fideiussoria. I centri antiviolenza,  le case di
accoglienza ad indirizzo segreto e le strutture di ospitalità in emergenza, in
questo caso, dovranno documentare la sottoscrizione di rapporti o
collaborazioni tra esse e i servizi territoriali già presenti in ambito
distrettuale, la sottoscrizione di specifici Protocolli/Intese, con soggetti
pubblici o privati, finalizzati alla prevenzione e al contrasto della violenza
di genere, e eventuali precedenti percorsi di inserimento lavorativo
indirizzati specificatamente alle donne vittime di violenza. Infine, le
associazioni, le cooperative sociali o gli enti locali che gestiscono i centri
antiviolenza e le strutture di ospitalità autorizzate potranno richiedere
contributi per canone di affitto, utenze, costi del personale, vitto,
manutenzione ordinaria per lavori edili, impianti, beni strumentali ed
attrezzature, acquisto arredi e attrezzature, minute spese, costi per il
fabbisogno personale delle donne vittime di violenza e i loro figli minori o
portatori di handicap, spese di carburante riconducibili all’espletamento delle
attività delle operatrici. Le istanze per i diversi avvisi vanno presentate
entro il prossimo 31 ottobre.

redazione

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