Che il ruolo della minoranza consiliare fosse considerato irrilevante nel processo decisionale del consesso consiliare del nostro Comune, è apparso sin da subito chiaro, ma ciò che è accaduto nell’ultima seduta del Consiglio comunale è a dir poco paradossale. Lo scrive il Gruppo consiliare Cefalù Terzo Millennio.
In sintesi i fatti, che – osserva – si commentano da soli.
In data 26 marzo 2018 – scrive il Gruppo consiliare Cefalù Terzo Millennio – si sono riunite congiuntamente le commissioni consiliari I^e III^ per discutere tra l’altro del seguente punto all’odg: “Approvazione dello studio per il recupero del patrimonio edilizio di base del centro storico art. 3 L.R. 10 luglio 2015 n° 13”.
I componenti del Gruppo Cefalù Terzo Millennio, vista la complessità dell’argomento e considerata l’imminente seduta del Consiglio Comunale chiedevano di rinviarne l’approvazione ad una successiva seduta.
Tale proposta – osservano i Consiglieri del Gruppo – sembrava essere stata accolta da tutti i presenti, ma solo in sede di Consiglio Comunale i consiglieri Greco e Piazza si rendevano conto che i verbali della commissione non facevano alcuna menzione della loro proposta e nulla veniva riportato in merito alla richiesta condivisa di rinviare, ad un successivo momento, l’approvazione dello studio redatto dal prof. Trombino.
Avuto certezza di quanto stava accadendo, i consiglieri chiedevano una sospensione momentanea della seduta, proposta ovviamente bocciata (vale la pena evidenziare che per la prima volta si assiste al diniego da parte del consesso consiliare di un momento di sospensione utile e necessario per un sereno proseguimento dei lavori).
Pertanto, i consiglieri Barranco, Greco e Piazza abbandonavano per protesta l’aula determinando il venir meno del numero legale.
La seduta del consiglio comunale veniva sospesa.
In extremis, allo scadere del tempo utile per il secondo appello, giungeva miracolosamente il consigliere Franco, consentendo la ricomposizione del numero legale.
La maggioranza – conclude il comunicato – approvava all’unanimità lo studio per il recupero del patrimonio edilizio di base del centro storico art. 3 L.R. 10 luglio 2015 n° 13”, senza nessun confronto e nessun dibattito con il gruppo consiliare di minoranza.
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