Il valore della vita umana, sembra essersi sbriciolato nei meandri più obsoleti delle parole del vocabolario, cosa sia il concetto di valore sembra nessuno lo sappia più, cosa sia la vita umana ancor meno al punto che c’è pure qualcuno capace di strumentalizzare la morte di un closchard per riaquistare una notorietà annebbiata. Niente di più spregevole di tutto ciò, puzza di cattiveria, e cattivo gusto, il gusto di chi pensa che col potere può comprare tutto, comprese le coscienze. Devo dire vista l’aria che si respira nella nostra terra che questo pultroppo accade, il potere compra il silenzio, compra l’annebbiamento dei valori, la storia docet, vedi le “urla” di Peppino Impastato, solo per citare uno tra gli uomini a noi più vicini che ha combattuto perchè si desse valore ai valori. Per avere urlato una verità a molti scomoda ha perso la vita giovanissimo, ma di lui resta per le “menti pensanti” il profumo della dignità, altra parola sempre meno usata. È accaduto da poco che l’attenzione mediatica si sia tutta concentrata su un fatto davvero tragico, la morte di un uomo “sotto le stelle”, fatto per nulla insolito, pultroppo, ma che assume connotazioni diverse per la presunta attenzione di un uomo molto vicino alla politica alla tragica vicenda, non c’è stato giornale che non si sia occupato del caso senza esaltare l’operato dell’uomo che “casualmente” si trovava nei paraggi, la domanda è : “quanti angeli della notte operano quotidianamente nel silenzio e nell’anonimato, svolgendo nell’arco della giornata lavori semplici, magari anche faticosi e la notte invece girano per donare un pasto caldo a chi ha bisogno? Ogni tanto si parla di loro, loro che fanno volontariamente quello che altri dovrebbero fare, le istituzioni. Ogni tanto si racconta del loro ma non come si dovrebbe, poi arriva un uomo molto vicino alla politica di turno e si fa scruscio, tanto scruscio e questo lascia sgomenti. Diogene andava in giro provocatoriamente, con una lanterna sempre accesa per ricercare l’uomo, effettivamente mi domando anche io, l’uomo dove è finito? L’uomo con i suoi principi e valori che fine ha fatto?. Siamo sempre di più fatti di impasto di fragilità e presunzione, con atteggiamenti superiori tendiamo a guardare spesso chi è in difficoltà con distacco, ma credo che questa sia anche paura, paura della povertà, paura del diverso, paura di riconoscere che siamo degli incapaci, perchè di tutto ci occupiamo tranne delle cose che contano veramente. La nostra cecità selettiva, ci impedisce sempre più di fare quello che dovremmo fare ossia aggiustare le cose storte e mostrare quanto meno indignazione d’innanzi all’uso improprio del potere, specialmente quando di mezzo ci sono le vite degli uomini, senza andare troppo lontano i continui sbarchi di immigrati, il business dei centri di accoglienza ed il giro economico che ruota intorno ad essi, in alcuni casi funzionanti in altri assolutamente no. Cerchiamo di coltivare le coscienze e non addormentiamole con la logica del “non è affare nostro”, a furia di defilarci dalle nostre responsabilità finiremo per vivere in un mondo asettico e sempre più malato. Diamo a ciscuno il suo, la morte non può essere cosi banale, ne possiamo lasciare che venga strumentalizzata, attenzione restiamo umani.