Un libro dello storico Mario Siragusa (autore di numerosi articoli e libri su aspetti della storia siciliana, tra cui Baroni e Briganti, edito dalla Franco Angeli di Milano e presente nei cataloghi delle biblioteche delle maggiori Università americane ed europee oltre che di quelle italiane, e di : Napoleone Colajanni, i Florio e i notabili della “profonda Sicilia”, Caltanissetta, Sciascia ed.) pubblicato oggi, ha per oggetto la storia di Gangi ( segue a Cenni storici su Gangi: origini, società, paesaggio agrario, politica, economia e nuova storiografia sulle immaginarie origini normanne dell’attuale paese, Gangi- Roma, Archeoclub d’Italia, disponibile on line sul sito del CREM e dell’associazione nazionale citata: www.archeoclubitalia.org oppure su www.comitatoenginomadonita.altervista.org/CREM/ ). Si tratta di: La storia di Gangi: origini (antiche e medievali), paesaggio urbano, chiese, istituzioni, 500 g Edizioni, 2017. Gangi è un paese siciliano che sorge da circa 800 anni sul monte Marone, estrema propaggine del massiccio montuoso delle Madonie. Il suo sito originario, al di là delle odierne reinterpretazioni del suo passato e delle odierne reinvenzioni “storiografiche” , a dispetto di una solida ed accreditata tradizione storica locale , sorgeva a pochi Km dall’ attuale sito in un’ area denominata (ma solo a partire dal Trecento), e non a caso, Gangivecchio . Quest’ultimo è un sito abitato probabilmente dal VII sec. a. C./III sec. a. C. fino al XIII secolo; dopo di allora sulle sue rovine fu edificato un monastero con dignità abbaziale come autorevolmente attestano gli studiosi e gli eruditi di età moderna e contemporanea e i recenti scavi archeologici di Glenn Storey dell’Università dell’Iowa e dalla professoressa Fabiola Ardizzone dell’Università di Palermo, recentemente scomparsa. Eruditi e storici nonché le carte d’archivio e topografiche parlano, con estrema chiarezza e al di là di ogni ragionevole dubbio, di una Gangi preesistente, distrutta,secondo gli storici del passato, e comunque spopolata in seguito ad un assedio militare delle truppe di re Federico III (carte signorili e del monastero Gangivecchio e notarili locali, Fazello, Cluverio, Amico, Villabianca). Nei documenti trecenteschi ed in quelli successivi si attesta l’esistenza di una <> (o <>) e di < /<>. Nel volume La Storia di Gangi, si fa riferimento a una tale problematica e si approfondiscono maggiormente le tematiche trattate nel primo libro sul paese (Cenni storici su Gangi uscito nei mesi scorsi) aggiungendone altre: confraternite, processioni religiose, palazzi nobiliari, chiese, sede municipale, aspetti topografici, Monte di Pietà e banche, lotta politica ecc. . Viene pure tratteggiata la questione di quello che molti eruditi, storici e studiosi ritengono essere stato il più antico ed originario nome del borgo: Engio. Basti dire e ricordare in proposito che il paese in dialetto fino al Novecento sia stato chiamato Angi (come ricorda anche l’esperto di storia delle religioni Angelini) e che l’esperto studioso di linguistica Caracausi sottolinei una storica, probante e non casuale derivazione del toponimo Gangi da Engio (Si veda il dizionario di toponomastica siciliana da lui scritto anni or sono) . Inoltre, al di là di tale accostamento che si trova attestato nelle carte archivistiche cinquecentesche e dei secoli successivi (<> / <>), anche di recente l’archeologia appare orientata ad individuare in territorio di Gangi l’antica Engio (G. Storey, così pure la funzionaria e archeologa della Soprintendenza di Palermo F. Spatafora: così in un intervista del 2005 rilasciata al Giornale di Sicilia e ripresa dal sito accademico OADI): Gangivecchio o Alburchia sulla scorta di un’ampia e risalente storiografia sull’argomento (non certamente Serra del Vento e Polizzello, siti archeologici che, come attesta fra gli altri Domenico Pancucci, vissero fino al V secolo a. C., mentre Cicerone e Diodoro avrebbero parlato di Engio diverso tempo dopo : nel I sec. a.C.). Anche in La storia di Gangi viene sottolineata la posticcia , tarda ed odierna identificazione con la Maqàrah di Edrisi (XII sec.) e l’inesatto accostamento ad una presunta ed immaginaria fondazione normanna del paese odierno (sorgente sul Monte Marone).Il volume di Mario Siragusa costituisce una sintetica ma rigorosa summa delle sue ricerche sulla storia gangitana (si è occupato non solo di questo paese ma anche delle Madonie e della Sicilia Centro-Settentrionale e di nobili ed autorevoli figure come quella del sociologo, economista, meridionalista e parlamentare repubblicano Napoleone Colajanni vissuto tra Ottocento e Novecento): mafia e brigantaggio ottocenteschi e dei primi del Novecento, Santa Inquisizione, società (uno studio storico sulla società madonita insieme ad altri accreditati studiosi è in corso di pubblicazione: M. Giacomarra, F.P. Pinello), economia, personaggi illustri, storia politica, Compagnia dei Bianchi ecc. Nel presente volume si evidenzia lo sviluppo urbanistico del paese contrassegnato dalla costruzione trecentesca del castello ventimigliano, dalla maestosa torre dei Ventimiglia (oggi campanile della Chiesa Madre dalle origini tre-quattrocentesche non normanne, come invece si legge da alcune didascalie ) che appartenne anche ai Cavalieri di Malta, e dall’avvicendarsi di numerose chiese ed edifici pubblici (come le sedi del Comune e della piazza principale del borgo: inesatta la retrodatazione della fondazione dell’ odierna casa comunale al 1773, come da altri proposto in questi giorni; basta leggerne la chiara data di costruzione incisa sul portone del municipio locale ) e privati (palazzo Bongiorno- Li Destri, dalle interessanti iconografie occultiste di stampo massonico, palazzo Sgadari, dalla costruzione ottocentesca e sede fra l’altro del Museo Civico, l’originario palazzo Li Destri sopra il corso principale ecc.). Per informazioni sul libro basta scrivere a [email protected] . Si trova anche in edicola. Il libro è corredato dalle illustrazioni di due valenti pittori gangitani Santo Mocciaro e Giuseppe Scarpa, dalla lunga attività ed esperienza artistica (temi religiosi, paesaggistici, ritratti ed altro al centro dei loro interessi e temi pittorici: “Il Giudizio Universale” del primo e “Lo Spirito Santo protettore di Gangi” costituiscono la copertina e il retrocopertina del libro di Siragusa). I due artisti insieme ad altri artisti hanno animato la quarta edizione dei “Giorni dell’arte e della storia” nel mese di agosto 2017 organizzata dall’Archeoclub d’Italia e dal gruppo “Essere artisti a Gangi” ( i due sopra citati maestri, i giovanissimi Mazzola allieva di Giuseppe Scarpa, Natalino Sottile fotografo, Riccardo Farinella, Sabatino e la signora Maria Santa Restivo autrice di pregevolissime opere a ricamo, di recente scomparsa: Il paggetto, Il pescatore, La lettrice tra i suoi graziosi, abili e pazienti lavori ) . Si tratta di una rassegna culturale ed artistica, principalmente incentrata su mostre e convegni di storia (autonoma e libera la sua organizzazione che deliberatamente non percepisce alcun contributo comunale o pubblico).