Vi sarà capitato di controllare dall’ufficio il prezzo di un volo online e poi, rincasati, vederlo aumentare dopo poche ore. O viceversa. Nel frattempo qualcun altro avrà prenotato e i minori posti disponibili avranno fatto salire le tariffe, vi sarete detti. O, più semplicemente, l’offerta era scaduta. Niente di tutto questo. Il costo del biglietto aereo che volete acquistare cambia a seconda del luogo o dal dispositivo dal quale vi collegate. Informazioni dalle quali gli algoritmi dei siti di booking sono in grado di capire quanto siete in grado di spendere. Perciò se vi collegate con un nuovo fiammante tablet dal centro della città vi sarà proposto un prezzo più elevato rispetto a quello che trovereste navigando da un appartamento periferico con un vecchio pc. Lo spiega il Corriere della Sera.
Le compagnie, ufficialmente, smentiscono
“È una versione moderna del rivenditore di auto”, commenta Rafi Mohammed, noto consulente sulle strategie di prezzo, nell’ultimo numero della rivista Harvard Business Review. Se a quelli bravi “bastano uno sguardo all’abbigliamento, domande sulla residenza e sulla professione e un paio di battute per intuire quanto può spendere al massimo per un veicolo ogni singolo cliente”, allo stesso modo funzionano anche gli algoritmi elaborati per conto di alcune compagnie aeree e motori di ricerca dei viaggi.

“Ufficialmente i vettori, grandi e piccoli, smentiscono”, spiega il Corriere, “ufficiosamente diversi di loro decidono i prezzi usando i big data per massimizzare il profitto all’interno di una stessa classe di volo”. “In una Economy ci sono quindici diverse fasce di prezzo”, spiega al quotidiano un manager di una compagnia aerea”. “così il viaggio da Milano a New York, a parità di sedile, può costare 300 o 900 euro”.
Come funziona l’algoritmo
“La geolocalizzazione dell’utente è una delle voci più importanti”, prosegue il Corriere, “questo tipo di algoritmo riesce a differenziare il prezzo per l’utente incrociando i dati del suo posizionamento — in centro o in periferia, in città o in campagna, al Nord o al Sud — con le fasce di reddito relative di ogni area. Il dispositivo elettronico è un’altra variabile rilevante: su tablet e smartphone compare un prezzo diverso — di solito più elevato, a parità di località — rispetto al computer. Così come influisce sul costo finale anche il sistema operativo: iOs, di Apple, è considerata appannaggio della fascia medio-alta di una popolazione a differenza di Android, che verrebbe utilizzato di più da chi ha una capacità di spesa inferiore. Poi c’è la questione tempo. Le prenotazioni nei primi cinque giorni della settimana tendono a vedersela con tariffe più elevate: l’algoritmo ipotizza si tratti di trasferta di lavoro. Da venerdì sera a domenica sera la media si abbassa: l’incrocio dei big data immagina che si tratti di un viaggio di piacere o di un’esigenza famigliare”.
Fonte Agi