L’arte in qualunque forma si esprime riesce a parlare con un linguaggio cosi semplice e generoso al contempo di emozioni, che potremmo dire che senza di essa ne sentiremmo certamente la mancanza.
L’arte ci racconta e si racconta, ed a proposito di racconti voglio parlarvi di due donne che non si conoscono tra loro, entrambe sono delle cantanti, Cinzia Bonaccorso e Nadia D’anna, percorsi e storie di vita differenti, ma unite dalla dolcezza dell’espressione artistica di cui si fanno portatrici.
In due circostanze assolutamente diverse, con la differenza di poche ore hanno onorato l’arte esibendosi l’una in un concerto canoro in occasione dell’inaugurazione dell’anno accademico della fondazione Ruggero II, che si occupa da anni di promozione culturale nel territorio, attenzionando la poesia e l’arte in generale , l’altra Nadia D’Anna, espone in una bipersonale con Giovanni Messina in un’altra iniziativa che vede coinvolti molti altri artisti in una mostra quasi permanente presso la vecchia sede della Fiat di Palermo, che si protrarrà fino alla fine di dicembre.
Donne che si raccontano con la loro dolcezza e ci raccontano la bellezza dell’arte a cui dobiamo essere grati perchè è un forte nutrimento dei sensi e dello spirito.
La Bonaccorso si è esibita con una voce delicata in un repertorio canoro dove brani classici e non si sono alternati in un mosaico sonoro gradevole e seducente ammaliando il numeroso pubblico presente presso la Fondazione Tricoli che ospita l’Accademia, ed in cui si è più volte detto ad apertura della serata che i giovani vanno educati ed accompagnati al bello e alla sua ricerca, ponendosi come obiettivo accademico del 2018, il desiderio di avvicinare sempre di più nuove leve e talenti e sostenendole nel cammino di crescita sociale e culturale.
La D’Anna con i suoi dipinti al femminile ritrae la donna con colori delicati che la raccontano nell’espressione più bella della sua femminilità, puntando allo sguardo e agli occhi, finestra dell’anima, cosa ci resta di un’incontro dice la D’anna non il colore dei vestiti che l’altro indossava, ma l’espressione degli occhi.
I dipinti di Nadia sono, essenzialmente, occhi che parlano con una dolcezza e delicatezza i travagli, le gioie le sospensioni della vita di una donna. Dalla pellegrina, a madre Teresa di Calcutta alla Gheischa, sono donne che apparentemente immobili della perfezione dei loro sguardi, esprimono una vitalità interiore fortissima , le stesse rughe di madre Teresa, appaiono un pentagramma perfetto d’amore, l’amore con cui ha condotto la sua missione di vita.
Tanto nella voce dell’una , quanto nella mano che ritrae l’altra si respira il profumo di donne che hanno lottato per essere quelle che sono, dunque un bravo meritato a Cinzia e a Nadia, artiste e amiche per me . Un invito a sentire la voce dell’una e vedere i colori dell’altra, un’invito a cibarsi di cose belle, non può che giovarne lo spirito.