22 settembre, 22.02 ora italiana: è l’equinozio d’autunno, il momento di salutare l’estate per accogliere la nuova stagione. Nel giorno dell’equinozio la durata del dì è pari a quella della notte.
Il termine equinozio deriva dal latino aequinoctium (notte uguale, in riferimento alla durata del periodo notturno uguale a quello diurno) ed indica quel momento della rivoluzione terrestre intorno al sole in cui quest’ultimo si trova allo zenit dell’equatore.
L’equinozio ricorre due volte durante l’anno solare – in autunno e in primavera – e, in tale momento, il periodo diurno (ovvero quello di esposizione alla luce del sole) e quello notturno sono uguali.
Come mai il dì e la notte hanno la stessa durata durante gli equinozi? Sia nell’equinozio d’autunno che nell’equinozio di primavera l’asse di rotazione terrestre risulta perpendicolare alla direzione dei raggi solari. Da questo momento in poi le ore di luce continueranno a diminuire fino al solstizio d’inverno del 21 dicembre, quando le giornate ricominceranno ad allungarsi.
L’equinozio d’autunno – che normalmente cade tra il 22 e il 23 settembre – risulta più tardivo rispetto all’equinozio di primavera – che arriva tra il 19 e il 21 marzo – perché il moto di rivoluzione della Terra attorno al sole risulta leggermente più lento nel mese di luglio, in prossimità dell’afelio terrestre, cioè del punto di massima distanza della Terra dal sole.
fonte: GreenMe
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