Nel mondo degli “errori”riscontriamo un grande paradosso, si proclamano tutti bravi a indagare l’errore altrui e non guardare i propri, creando un mondo di infelici.
L’errore , sebbene sia un meccanismo presente ovunque, nelle relazioni, nell’ortografia, nella vita quotidiana, riesce comunque spesso a nascondersi dietro la distrazione e la fretta di tutti, ma aimhè, se viene scoperto genera un vero putiferio, da colore rosso tipico delle maestre che lo facevano notare nei quaderni come qualcosa che non andava fatto e che doveva essere corretto.
Scoperto diventa diventa , motivo per metterlo al centro dell’attenzione e tutti tendono a sottolinearlo, ingigantirlo, autoproclamandosi persone “quasi perfette”nel mondo dell’imperfezione.
Si scopre una moralità nuova, tanta gente che si espone come perfetta e capace di dare consigli, facendo notare la propria saggezza, l’essere astuti , attenti ,senza eguali, ma sarà proprio cosi?
La nota parabola biblica della pagliuzza nell’occhio altrui e della trave nel proprio, appare più che mai attuale.
Esiste un tempo in cui sei al centro di disequilibri, gli altri sono li a giudicarti senza come diceva Ghandi avere mai indossato le tue scarpe, che ne possono sapere, di quali sono i reali meccanismi che regolano le tue corde, quella civile, quella pazza di memoria pirandelliana, sono meccanismi molto privati e la gente dovrebbe imparare ad essere più accorta nell’esprimere giudizi , il rischio è di interferire non sempre in maniera positiva nella vita della gente.
Il Dalai Lama ospite a Palermo, proverà a dare una lezione sul tema rilevante della gioia, un sentimento non fugace che rende sereno l’uomo e la sua esistenza, se si educa al rispetto di alcuni principi base della sana convivenza civile, il rispetto per l’appunto della persona, una persona che pratica nella vita quotidiana il rispetto dell’altro, sentirà in maniera meno invasiva il rapporto con l’altro, imparerà a guardare prima dentro se stesso e a giudicare meno. Una bella lezione ci aspetta, un’appuntamento molto atteso da tanti, in cui sembra che si voglia insegnare anche a mettere a tacere questa insana tendenza che si stà diffondendo di additare il prossimo, perchè incapaci di guardare bene prima noi stessi.