Domenica 13 agosto continua la breve rassegna Genius loci: I percorsi dell’anima, “Porque yo antes de todo soy mùsico”, performance con testi e musiche tratti da Federico Garcia Lorca.

L’appuntamento si rinnova lungo la suggestiva gradinata di vicolo Albanese nei pressi di piazza Mulinello alle ore 19.00, con inizio alle ore 19.30.
La Performance, a cura dell’associazione teatrale Còrai, sarà condotta dal CASUALETRIO con Patrizia D’Antona (voce recitante), Gisella Duci (chitarra) e Francesca Martino (canto).

Un’attrice, una cantante e una chitarrista si incontrano sul desiderio di evocare l’ethos del mondo gitano con l’intensità, la leggerezza e l’ironia delle poesie e delle musiche di Federico Garcia Lorca: una voce per affermare la libertà dell’Arte contro ogni oppressione.

Francesca Martino, contralto del coro del Teatro Massimo da oltre 20 anni, affianca alla sua vita professionale una costante ricerca sul Canto Popolare e, nel caso in ispece, sul “cante hondo”.
Da questa passione nasce l’idea di sviluppare un percorso sulla riscrittura musicale che lo stesso Federico Garcia Lorca ha elaborato su alcuni famosi temi popolari del mondo gitano. Lorca, contrariamente alla sua fama di poeta tragico, esprime nelle sue canzoni, come in alcune opere, una leggerezza e soavità impreviste, una dimensione amorosa nei confronti del piccolo e del semplice che ce lo restituiscono poeta gioioso e ironico.

Gisella Duci, allieva di Mario Modestini e Maurizio Norrito, condivide la passione per il mondo gitano. La sua chitarra classica ha già accompagnato Francesca Martino nelle canzoni di Lorca il cui repertorio viene ampliato in questa sede.

La parola, irrinunciabile in un recital dedicato al grande poeta, spetta a Patrizia D’Antona, attrice di prosa e appassionata di poesia, che da anni lega la sua attività artistica alla musica in vivo, con una particolare attenzione alla “parola” quale ulteriore strumento di evocazione.

Il “Casualetrio” si diletta così concependo un delicato affresco di un Lorca un po’ inedito qual è quello di musicista, a cui però non si possono sottrarre i momenti della liricità struggente ed ermetica della sua poesia e i brevi e ”pazzarielli “ momenti del suo teatro.