Dalle note malinconiche delle strade di Lisbona ai suoni dei Sud del Mondo, fra tradizione, contaminazioni e assonanze. Un viaggio narrato in musica dagli Alenfafo (nella foto in alto)che chiude martedì 18 luglio, nel Parco archeologico di Solunto, a Santa Flavia, la terza edizione del “Solunto Art Festival”.

Dopo il jazz e la musica classica delle prime due serate, quindi, domani alle 19 – sempre al tramonto – il concerto degli Alenfado. Un viaggio che, partendo dalle magiche e intense atmosfere dei quartieri di Lisbona, andrà alla scoperta di sonorità assonanti nei Sud del Mondo, dalla Spagna all’America Latina. Appassionati di musica etnica, gli Alenfado si dedicano alle ricerche, musicali e testuali, di brani della tradizione del fado portoghese e della musica iberica. Il repertorio del gruppo comprende brani di Amália Rodrigues, la regina del fado, ma anche di quelli che ne hanno raccolto l’eredità, come i Madredeus, Dulce Pontes e Mariza.

La formazione musicale è composta da Toni Randazzo, chitarra acustica, guitarra portuguesa, arrangiamenti; Roberto Buscetta, chitarra flamenca, cori, testi; Francesca Ciaccio, voce, percussioni a mano; Fabio Barocchiere, basso acustico; Angela Mirabile, cajón, glockenspiel, percussioni a mano, cori; Vera Unti, violino. Nel corso della serata conclusive sarà anche consegnato il Premio Solunto a personalità dell’arte, della cultura e dello spettacolo. Tra questi il soprano Isadora Agrifoglio, il pittore Gery Scalzo, il grafico pubblicitario Roberto Di Fresco e il videomaker Attilio Taranto che ha reealizzato un video sul sito archeologico di Solunto utilizzando un drone. La serata sarà presentata dalla giornalista Licia Raimondi (a destra nella foto).

Ad aprire il cartellone, lo scorso 21 giugno, il concerto del solstizio d’estate con Simona Trentacoste Trio. La giovane e versatile cantante palermitana ha confermato le doti che le stanno permettendo di  affermarsi come una delle più interessanti voci nuove nel mondo del jazz siciliano, grazie al suo timbro caldo e profondo ed un repertorio vario ed originale. E’ una figlia d’arte, cresciuta all’insegna della musica e dello spettacolo. La serata è stata anche condita, al termine, da una degustazione di vini nell’Antiquarium e da uno spazio dedicato all’astronomia, “Il cielo sopra Solunto”, con osservazione di stelle e pianeti. Il secondo appuntamento della rassegna, lo scorso 3 luglio, il concerto della Bach String Orchestra (violino solista Salvatore Petrotto), che ha proposto un vasto repertorio di musica classica e leggera.

La rassegna, a ingresso gratuito, è stata promossa dallo stesso Parco Archeologico di Solunto, diretto dall’architetto Maria Rosaria Marrone, con la organizzazione e la direzione artistica di Giuseppe Di Franco (a sinistra nella foto) e il sostegno dell’assessorato regionale Turismo, sport e spettacolo.  “Anche quest’anno abbiamo registrato il tutto esaurito e lo stesso ci aspettiamo per quest’ultima serata. Un successo che si ripete ogni estate e che contribuisce alla valorizzazione dei piccoli e meno conosciuti siti archeologici siciliani, come quello di Solunto. Siti che purtroppo sono fuori dai grandi circuiti turistici e rischiano di essere dimenticati. E’ importante che i siti museali e archeologici aprano le porte alle iniziative dei privati”, dice il direttore artistico Giuseppe Di Franco. Le testimonianze archeologiche oggi visibili sono relative alla città di età ellenistico-romana, sostituitasi al primo insediamento fenicio, risalente almeno al VII sec. a.C., a seguito della vittoria del tiranno siracusano Dionisio sulle città puniche d’occidente.