Ha aperto il sipario verso le emozioni più recondite, lo spettacolo di Francesca Vaccaro tenutosi presso l’auditorium Rai di Palermo, titolo dello spettacolo “il circo del bisogno, che cosa ci manca”. Lo spettacolo è stato il risultato di laboratori pensati, non per recitare, ma per cercare prima di tutto se stessi. E’ con questo spirito che Francesca Vaccaro, da anni lavora nel mondo del teatro di denuncia, in cui a parlare sono il corpo, ed il suono che diventa parola. Un corpo muto può raccontare, ribadisce. Di cosa abbiamo bisogno? Abbiamo bisogno di riprendere confidenza con noi stessi, abbiamo bisogno di essere ascoltati, abbiamo bisogno di felicità. Nessuno di noi è pazzo, semplicemente cerca verità, lo specchio diventa uno strumento per guardarsi dentro, per capire quali sono i pezzi mancanti che ci impediscono di essere veramente felici, inutile mentirsi, inutile mentire. Abbiamo troppa paura della sofferenza e vorremmo curarla con la pillola della falsa felicità, piuttosto che guarirla con il coraggio del dolore, la regista nello spettacolo vuole dirci, di provare ad attraversarla la sofferenza, è un compito non facile, ma solo attraversandola possiamo stare meglio. La lacrima, nonché immagine dello spettacolo, chiede alla coscienza: “dove vuoi che io stia?”Dove vogliamo metterla questa sofferenza, di cui abbiamo tanta paura, ma che è parte inevitabile del nostro cammino?. Continuamente ci domandiamo quali siano i limiti per un uomo, fin dove possiamo arrivare, perchè non riusciamo ad accontentarci di ciò che abbiamo?. Molto bello il linguaggio del corpo usato, magica la potenza espressiva degli abracci, dello sguardo dietro maschere bianche che scoloriscono e rivelano nuove identità, dopo essersi dimenate in grida, lacrime. Un pubblico attento, silenzioso; si respirava in un luogo che non è teatro un’emozione palpitante. Il pazzo che girava tra il pubblico, correndo con un verso che incuteva paura è stato straordinario, quasi un richiamo a ricordare che potenzialmente pazzi lo potremmo diventare tutti o forse già lo siamo tutte le volte che non siamo noi stessi e ricerchiamo qualcosa che non ci appartiene, altrettanto forte la ricerca degli abbracci tra il pubblico dell’attore che urla : “aiutatemi” “ho bisogno d’aiuto” li la coscienza risuona ancora una volta. Lo spettacolo si ripeterà sabato otto luglio all’ Atelier Montevergini, un grande applauso ha concluso lo spettacolo, catartico direi. Senza grandi scenografie la Vaccaro, ha messo in scena uno spettacolo davvero meraviglioso, andatelo a vedere.
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