Otto arresti tra Termini Imerese, Campofelice di Roccella e Cefalù. I ladri tutti a caccia di rame. Nel mirino l’ex fabbrica Fiat di Termini Imerese. Agli arresti tre persone. I carabinieri li hanno trovati mentre stavano fuggendo tra la fitta vegetazione.
Il tentato furto é avvenuto all’interno dello stabilimento Blutec. I ladri avevano tranciato la recinzione.

Con l’accusa di tentato furto aggravato i carabinieri della compagnia di Termini Imerese hanno messo le manette ai polsi di Stefano Corso, di 58 anni, Federico Corso, di 50 anni, Salvatore La Bua, di 46 anni. Il trio é di Termini Imerese.
I fatti risalgono alla scorsa sera, poco prima della mezzanotte, quando una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile, nel corso di un servizio perlustrativo mentre si trovava nei pressi dello Stabilimento “Blutec”, ex Fiat di Termini Imerese, notava la recinzione perimetrale parzialmente danneggiata. I militari, scesi dalla pattuglia, notavano infatti, un grosso buco alla recinzione. Nel cortile dello stabilimento, a poche decine di metri, ammassato a margine della recinzione, qualcuno aveva riposto un grosso quantitativo di cavi di rame. Ben trecento chili. Scatta l’allarme e sul posto arrivano altre due pattuglie dei carabinieri. I miliari iniziano le ricerca e vedono tre uomini fuggire via dall’interno del fabbricato “Blutec” e scomparire tra la fitta vegetazione. Le ricerche durano quasi un’ora poi, i tre vengono catturati e portati in caserma e dichiarati in stato di arresto per tentato furto aggravato di cavi di rame. All’interno del capannone gli investigatori avevano poi scoperto che i tre una volta dentro il cortile avevano divelto una porta secondaria, avevano danneggiato una canaletta di alimentazione e per mezzo di un seghetto avevano poi, sfilato i cavi di rame ammassandoli successivamente vicino la recinzione. Dentro il capannone i carabinieri hanno trovato anche una busta contenente “gli attrezzi del mestiere”. Sotto sequestro: 2 seghetti con lama lunga circa 31 cm, 2 lame per seghetto lunghe circa 31 cm, 1 pinza in acciaio, 1 tronchesa, 1 taglierino, 4 lame da taglierino, 1 paio di guanti da carpentiere e 2 bobine di fil di ferro. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Termini Imerese ha così convalidato gli arresti nei confronti di Stefano Corso, Federico Corso e Salvatore La Bua (nella foto). Terminate le formalità di rito il trio é stato condotto presso la Casa Circondariale dei “Cavallacci” di Termini Imerese in attesa del giudizio direttissimo.
Il rame chiamato oggi oro rosso ha un valore di mercato che va sempre in ascesa. Non a caso la malavita ha cominciato ad interessarsene con continui furti soprattutto alle opere pubbliche, all’illuminazione stradale, alle stazioni ferroviarie e alle ditte in disuso. Con questi colpi, le organizzazioni criminali hanno istituito un mercato clandestino di spaccio dove i ladri ricorrono per rivendere il rame. Un chilo di rame cosiddetto “pulito” cioè senza guaina, viene acquistato nel mercato del lavoro nero ad un prezzo che oscilla tra i quattro e i cinque euro a chilogrammo. Se consideriamo che erano state sfilate oltre 300 chili di rame i ladri termitani potevano ricavare tra i 1200 e i 1500 euro. A Campofelice di Roccella invece, tre palermitani sono stati arrestati con l’accusa di furto aggravato in abitazione e furto di cavi elettrici. Avevano prelevato oltre 100 chili di rame asportati dalla rete elettrica. Si tratta di: G.G., e R. s., entrambi di 28 anni, e B. A., di 23 anni. I carabinieri della compagnia di Cefalù li hanno arrestati dopo un inseguimento sulla Strada Statale 113. A bordo dell’auto sulla quale viaggiavano sono stati rinvenuti: attrezzi agricoli di vario tipo; quattro matasse di rame del peso complessivo di oltre 100 kg asportate dalla rete elettrica che passava proprio sopra le case “visitate” dai ladri; attrezzi da scasso. Dopo la celebrazione del rito per direttissima e la convalida degli arresti, i giovani venivano sottoposti agli obblighi di firma e di dimora nel comune di residenza. A Cefalù invece, agli arresti sono finiti altri due uomini di a termini Imerese sorpresi dai carabinieri mentre tagliavano cavi elettrici per oltre 20 kg da una cabina Enel. In quell’occasione all’accusa di furto aggravato si è aggiunta anche quella di ricettazione dell’autovettura con cui sono giunti nella cittadina normanna, risultata oggetto di furto e dopo la convalida dei provvedimenti anche per quest’ultimi due termitani, il giudice ha applicato l’obbligo di dimora nel comune di Termini Imerese.