L’occhio e la mente che s’innamora delle cose che sembravano perdute e le dona nuova vita.
La vita è una girandola, gira se soffia il vento, e se il vento soffia è uno spettacolo vederla in azione, così mi è apparsa l’artista Daniela Gambino, pitto-scultrice, nel pieno del suo vento creativo, nella mostra che si è tenuta sabato alla Real Fonderia Orotea di Palermo, insieme al fotografo Aldo Di Vita, con la prestigiosa presenza nel pubblico di tanti addetti al settore, sembrava infatti di essere immersi in una tavolozza con tanti artisti pronti a dipingere ognuno col proprio talento un pezzo di vita e di storia.
Daniela Gambino, si presenta al pubblico con una semplicità disarmante e con una carica espressiva che non le conoscevo pur avendo avuto il piacere anni fa di essere stata sua insegnante, il talento non le mancava già in quegli anni lontani, ma sembra che “l’ozio creativo” di cui un tempo si parlava nelle lezioni, quel momento di attesa del pensiero e dell’azione, abbia prodotto risultati davvero sorprendenti, restituendo una donna-artista con una carica espressiva notevole.
La combinazione artistica di Daniela, è l’unione della pittura con la scultura, i mezzi da lei usati sono assolutamente semplici, ma che si arricchiscono nell’opera da lei realizzata.
“C’è chi fa munnizza a Palermo e chi crea con la munnizza” così sintetizza in maniera ironica l’artista il suo lavoro, precisa, non di riciclo, ma di riuso delle cose che trova, qua e là e che si nutrono di nuova vita, splendido il messaggio che passa attraverso il suo lavoro.Tutto và conservato e riusato cercando di dare una nuova vita ed anima alle cose.
Quello che lei chiama “un difetto…mentale” l’attaccamento alle cose, diviene arte nelle cose, direi a questo punto che hanno il privileggio di passare attraverso le sue mani, dopo essere state accarezzate dalla mente e dall’occhio che vede oltre ciò che l’occhio comune non fà, un oggetto in disuso o rotto magari, tornano a vivere.
Le cose che ci appartengono, nel tempo si nutrono di noi e noi nutriamo loro, ecco perchè diventa difficile disfarsene, sostiene la Gambino, motivo in più per averne cura, un insegnamento importante per le nuove generazioni, perchè vengano educate al rispetto di ciò che possiedono e all’attenzione al non spreco a cui pultroppo invece siamo abituati e stiamo abituando i bambini. Inutile perdere tempo con le cose rotte, ne compriamo presto un’altra, niente di più sbagliato. Colori forti, quelli della Gambino, di contro il fotografo Di Vita, racconta con le sue foto gli artisti, o momenti dell’arte con colori bianco-nero che sembrano intramontabili, come intramontabile dovrebbe essere l’attenzione al rispetto per le tradizioni artigianali, quello che artlab promotore dell’evento cerca di fare. Non è un caso credo che si sia scelta come location la real fonderia, luogo di maestranza per eccellenza ai tempi dei Florio.
In Sicilia, creare è necessità, attenzione dunque a non far sparire i talenti, specialmente quelli “forgiati” da poco, finirebbe come disse Buttitta a proposito del dialetto “m’addugnu ora, mentre accordu la chitarra du dialettu ca perdi na corda lu jornu”, plauso a chi prova a resistere in questa terra, mentre tutto sembra volerci portare via.