Secondo alcuni racconti popolari fondativi del Santuario ed in particolare riguardanti la realizzazione del bel crocifisso ligneo lì conservato e venerato, un giovane pastore di nome Vanni Calabrisi (nome originale di Fra Innocenzo da Petralia, che si chiamava all’anagrafe Giovanni Giuseppe Calabrese) – secondo altre versioni si trattava di un contadino o di un bandito – prese un legno trasportato dal fiume e ne volle trarre un crocifisso, ma non riuscì a realizzarne assolutamente il volto. Addormentatosi, al risveglio trovò che il volto, bellissimo, era stato scolpito in maniera prodigiosa.
Nel XVII secolo i frati minori di Petralia Soprana donarono alla duchessa Maria Ferrandina Alvarez un crocifisso ligneo, realizzato da fra Innocenzo da Petralia, che venne trasportato a Castel Belici il 3 maggio 1638, data centrale per il Santuario, e venne conservato nella cappella baronale della masseria del Feudo. Poi, il 3 maggio 1645 la statua venne solennemente benedetta con l’approvazione del Vescovo.
La chiesetta dove è conservato il bel crocifisso, si trova nel territorio di Petralia Sottana, e fa quindi parte della Diocesi di Cefalù, anche se responsabile del santuario è il parroco di Marianopoli (diocesi di Caltanissetta). Questa chiesetta faceva parte di un più grande caseggiato, un misto tra castello (non più esistente) e masseria risalente tipologicamente tra il XVI e XVII secolo, che si trovata in una posizione strategica, all’incrocio di strade importantissime per l’epoca, che collegavano i centri vicini e centri importanti dell’isola con Palermo.
I festeggiamenti si celebrano ogni anno il 3 maggio con la santa messa celebrata dal vescovo di Caltanisetta e concelebrata da Don Santino Scileppi.
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