Ci sono donne che ci fanno simpatia per il carisma che possiedono indipendentemente dal fatto che le abbiamo conosciute o meno in vita, sono le donne che hanno lasciato un segno importante nella storia sociale, culturale ed economica del nostro paese. “Donna Franca Florio” è una di queste donne, dalla biografia si evince che forse le pesò solo all’inizio l’idea di non avere un’appellativo nobiliare, non essere ne marchesa, ne contessa , ne principessa, ma solo “donna Franca”, poi capì che non erano i titoli ereditati che rendevano una donna speciale e senza neanche immaginarlo donna Franca per i palermitani diventò “la regina di Palermo”, così i suoi concittadini usavano chiamarla.
Franca, sposa Ignazio Florio, ed il suo impero economico. Alla fine del diciannovesimo secolo, il patrimonio dei Florio era una delle più consistenti realtà economiche del paese che spaziavano in tutti i settori produttivi, i resti di questa splendida storia li troviamo ancora nei palazzi, e solo in parte nell’attività economica, ormai persa.
La coppia Ignazio e Franca Florio sembrava incarnare l’immagine della felicità, una coppia baciata dalla fortuna, ma non poche furono invece le nubi che colpirono la loro storia e vita privata.
Si è scritto molto su donna Franca, ultimamente si è alzato un gran dire sul quadro di Boldini, che la ritrae maestosa e disinvolta con la lunga collana di perle, custodito per tanto tempo a Villa Igea. Boldini era, il pittore del novecento, famoso per i ritratti femminili. Da Boldini, donna Franca, vuole essere immortalata, in un ritratto che sia diverso dai soliti, un quadro che sia anticonvenzionale.
La ritrae con la sua splendida collana di perle,in atteggiamento sinuoso, il quadro per volere del marito subirà delle modifiche, che poco piaceranno alla critica e alla stessa Franca.
La tela, al di là del valore pittorico che possiede è un simbolo di un’epoca che ha visto Palermo e la Sicilia protagonista di una crescita culturale ed economica senza precedenti. Custodito a Villa Igea, ora sarà venduto all’asta al miglior offerente e andrà in altri luoghi. Sembra essere quasi il suo destino poiché non è la prima volta che il quadro cambia città.
Ignazio, uomo d’affari forse non comprese mai abbastanza la fortuna che ebbe nell’incontrare e sposare Franca, dedito a corteggiare altre donne quando al suo fianco aveva il meglio.
Accade sovente che molti uomini preferiscano il più al meglio, come se la quantità fosse sinonimo di potenza e virilità. Povera Franca, anche lei dovette subire questa mortificazione dell’anima e del corpo, il vile tradimento, ma la sua tempra le permise di resistere, l’orgoglio e la fierezza d’animo sono state sue compagne nel non mostrare le sue debolezze, la sua gelosia .
Franca, sembra quasi naturale chiamarla così, come se fosse una di noi, bellezza tipicamente siciliana, carnagione olivastra, capelli scuri, amata non tanto per la bellezza fisica, ma per la naturalezza delle sue conversazioni, generosità d’animo, capacità d’intrattenere ospiti eccellenti, ebbe un ruolo rilevante negli affari del marito.
Fu protagonista di serate eleganti mentre sfoggiava abiti sontuosi e preziosissimi gioielli che Ignazio le regalava per farsi perdonare le sue avventure amorose.
Aveva solo venti anni quando si impone all’attenzione per il suo portamento regale. Nei salotti fa circolo, ammirata, riesce ad essere sempre informata sulle novità letterarie e teatrali, sostiene conversazioni piacevoli e brillanti, riesce a catturare l’attenzione di D’Annunzio che la definirà “l’unica”.
Ma donna Franca non ci è vicina solo per la sua elegante semplicità, ma per la sua tragica esperienza di donna-madre che conobbe la triste esperienza della perdita di due dei tre suoi figli, in particolare il piccolo Ignazio, l’erede designato , con il quale pensava di rendere felice il marito , dopo la morte dei piccini il rapporto con Igea, la figlia rimasta fu meno intrisa di affettività per paura del legame che potesse spezzarsi, anche lei pianse, lei la regina come qualunque madre del popolo piange e si dispera per un figlio.
È un grande rammarico pensare che Palermo capitale della cultura nel 2018, non sia stata ingrado di tenere con se un suo gioello, la vicenda non può lasciare indifferenti il mondo della cultura e della classe pensante, a cui spetta il compito di custodire i beni che possediamo.

Sabrina Miriana