Riceviamo e pubblichiamo:

E’ lo stesso regista Ingmar Bergman a dire: «Tutti i miei film possono essere pensati in bianco e nero, tranne Sussurri E Grida». Nel film, infatti, la fotografia è di una perfezione spiazzante, di una intensità insopportabile. E’ un film, del 1972, dove il dolore e la memoria sono i più intimi protagonisti, dove l’apparenza e la freddezza vengono svelate all’interno dei più profondi legami, quelli familiari. I pochi momenti di amore e umanità, nel film, sono sussurrati, il dolore e l’indifferenza sono accompagnati da grida.
Queste settimane di confronto e dialettica all’interno del Movimento Andiamo Oltre mi fanno pensare al film del regista svedese, poiché nella nostra comunità c’è chi “sussurra” e chi “grida”, forse con le stesse corrispondenze simboliche, e umane, della narrazione filmica. Se da una parte, infatti, i/le leader scesi in campo con le loro candidature a Sindaco hanno “sussurrato” le loro ragioni, anche opposte, con interventi pubblici di chiarimento delle proprie posizioni, anche distanti, d’altra parte qualche commentatore ha ritenuto di dover gridare analisi ed interpretazioni col chiaro, e inutile, intento di provocare reazioni. Nel Movimento Adiamo Oltre nessuno mai si è permesso di far valere le proprie ragioni con la forza o con le grida, e certamente non inizieremo proprio ora a dare spazio all’ottusa sterilità della polemica. Meglio vedere un buon film.

Silvia Scerrino