Non è facile quando si affronta l’argomento “dell’amore malato” non essere ripetitivi, molte cose si sanno fin troppo bene, eppure chi ci si trova dentro sembra non accorgersene, vivendo una vita immaginaria ,non reale, è se questo qualcuno è una persona che conosci ti dispiace, potrebbe essere chiunque a te vicino, vorresti aprirle/gli gli occhi, aiutarla/o a vedere ciò che la sua mente non riesce a vedere per non fare la fine di tante donne, uomini, che nel peggiore dei casi sono state sfigurate nell’anima e nel volto, o hanno perso la vita. Il numero delle donne vittima di violenza cresce in maniera spropositata, sebbene bisogna ricordare che il fenomeno non è solo al femminile, esiste una violenza anche verso gli uomini che ancora sfugge alle cronache. La rai ha da poco messo in onda la storia di Lucia Annibali, credo che pur avendo negli anni conosciuto tramite i giornali, trasmissioni tematiche, la sua storia solo dopo averla vista in tv con la sua rappresentazione, abbiamo capito quanto male questa donna abbia subito e quanto sin da subito c’erano i segnali che avrebbero potuto salvarla dal male tremendo subito. La storia di Lucia, è esemplare perchè sfata alcuni pensieri, la violenza è trasversale a qualunque classe sociale e l’essere privi di cultura tanto della vittima quanto del carnefice non è un deterrente, Lucia Annibali è un avvocato per esempio, una donna che ha studiato, non una stupida, soltanto una donna che non ha capito subito. Inutile, ci sono amori sani ed amori malati, riconoscere gli amori malati è meno difficile di quanto sembra, eppure in chi lo vive scatta qualcosa che impedisce di comprenderlo. Le relazioni malate possono avere un inizio anche normale, poi accade qualcosa che spezza l’apparente normalità. Le relazioni malate, si fondano su comportamenti manipolatori, di uno dei due partner che tendono ad annullare, sottomettere la personalità dell’altro. Spesso la presunta “vittima” crede che con l’amore incondizionato si possa far cambiare il comportamento dell’altro, è un vero atto di presunzione, bisogna rinunciare all’idea di essere cosi “potenti”e salvarsi andandosene, certo le cose si complicano se di mezzo ci sono figli, ricordo perfettamente un’esperienza da docente in un corso nel quartiere Danisinni di Palermo, un corso per mamme, il terrore negli occhi di una donna che non dimenticherò mai, tra una lezione ed un’altra confidava i suoi tormenti in casa e la difficoltà di uscirne per paura di perdere i figli e la sensazione di abbandono delle Istituzioni. In una relazione sana i ruoli non sono mai rigidi, esiste comunicazione, dialogo, esistono i conflitti, ma si sa negoziare, nessuno fa sentire l’altro controllato, sminuito, “sbagliato”. In una relazione sana ognuno deve potersi sentire libero di amare, essere amato e di poterlo scegliere ogni giorno, consapevole che le storie, l’amore può anche finire, senza che questo diventi una trappola dalla quale non si può uscire. Capita spesso che si tende a giustificare il comportamento dell’altro, credendo di essere responsabili delle mancanze, si raddoppiano gli sforzi per ricercare attenzioni, negando la mancanza di coinvolgimento e giustificando plateali mancanze di attenzioni e rispetto. Lo stato emotivo e relazionale della persona manipolata comincia a soffrire sempre di più compromettendo la sfera emotiva, spesso anche quella lavorativa per ridotta concentrazione, gli altri guardano e leggono negli occhi, l’incertezza dei comportamenti, quello che con le parole non si riesce a dire. Gli atteggiamenti dei partner sono contraddittori, si può essere emotivamente dipendenti e al contempo non nutrire ne stima ne fiducia nella persona, rendendo difficile qualunque scelta di allontanamento. Le nevrosi dell’uno e dell’altro si compenetrano, la relazione diventa distruttiva. Siamo tutti malati, immagine tremendamente triste, ma forse un po’ vero, malati di incapacità di saper amare. Amare, esistono dei corsi? No, l’amore non si può insegnare, ma si può educare al rispetto, all’ascolto, alla negoziazione e soprattutto ad avere cura di se stessi, l’amore non è un sentimento al quale ci si può abbandonare, richiede un alto livello di maturità. Il problema tuttavia diventa rilevante quando tutto diventa fuori controllo, in quel fragile momento in cui la mente umana non ragiona più ed è capace di buttare dell’acido addosso alla propria compagna, picchiare i propri figli per attirare l’attenzione del compagno, volere a tutti costi che l’altro ti appartenga sempre e comunque. Questo non è più amore, direbbe Auden “ditemi la verità sull’amore!” non siamo educati ai sentimenti, non siamo educati a costruire le relazioni . Come cittadina e psicologa mi preoccupano i giovani sempre di più in balia di emozioni fragili, la paura di rimanere soli, fa accettare qualunque cattiveria, questo non và bene. Penso dunque che dovremmo ripartire da cose semplici che diventano, oggi , tremendamente complesse, imparare prima di tutto a saper stare da soli per poi aprirci agli altri.

Sabrina Miriana