Dopo l’ennesima tragedia nel canale di Sicilia proprio ieri ,dove sono morti tre migranti per ipotermia, oggi ricorre la 103 giornata del migrante e del rifugiato, celebrata dalla Chiesa Cattolica di tutto il mondo. Una riflessione in merito all’ennesima sciagura umana va’ fatta e mi sembra doveroso ricordare come anche l’accoglienza in Italia sia stata oggetto di speculazione e di scandali sulla pelle degli stessi migranti che se da un lato facciamo di tutto per strapparli alla morte ,dall’altro lato gli stessi vengono sfruttati il piu’ delle volte soltanto per soddisfare un giro sporco di denaro. La Sicilia in particolar modo e’ stata da sempre terra di migranti e immigrati e lo dimostra soprattutto il ricchissimo patrimonio artistico e architettonico presente nell’isola. Uno Stato che promuove l’accoglienza non puo’ pero’ tralasciare quel processo di integrazione indispensabile per la convivenza tra accoglienti e accolti. Purtroppo questo processo di integrazione, il piu’ delle volte in italia non e ‘ mai avvenuto, creando cosi’ clandestinita’ e alimentando i fenomeni xenofobi gia’ presenti in diverse realta’ del territorio Nazionale. Se quindi la nostra cultura sia comunque in linea di massima favorevole all’accoglienza, manca ancora oggi un piano vero di integrazione che miri, oltre che a un dignitoso inserimento del migrante nel nostro territorio, anche a un arricchimento culturale dello stesso e allo sviluppo ed al rilancio dell’economia del paese. Il territorio delle alte Madonie e’ stato anch’esso protagonista dell’accoglienza ma anche qui le finalita’ dei progetti Sprar sono state disattese, tranne che in alcuni casi singolari, perche’ molto probabilmente anche qui l’approccio con il migrante ha perseguito altri fini piuttosto che perseguire il processo di integrazione nel territorio. Oggi quindi bisogna porsi delle domande prima di continuare ad occuparsi del fenomeno dell’accoglienza. Bisogna interrogarsi prima di tutto su cio’ che si e’ fatto e su come lo si’ fatto e bisogna capire, al di la’ di quello che possa essere il profitto, se il popolo Italiano vuole veramente condividere i propri spazi, la propria cultura e le proprie abitudini con persone che provengono da altri luoghi che hanno altre culture e abitudini diverse dalle nostre. Solo dopo aver chiarito bene il concetto di accoglienza e rispettivamente di integrazione allora si puo’ veramente dire che L’Italia e’ un grande paese pronto ad allargare le braccia ai popoli che ne hanno veramente bisogno. Ma anche qui bisogna capire bene se l’Italia prima ancora di averne la volonta’  ne abbia le capacita’ e le risorse finanziarie e materiali essenziali per portare avanti un grande progetto sull’accoglienza. E’ ovvio che alla base di tutto ci deve essere necessariamente uno Stato che garantisca prima di tutto il minimo vitale, i diritti Costituzionali e i servizi di prima necessita’ (servizi sanitari, servizi viari e scolastici ecc…) a tutti gli Italiani , altrimenti si rischia il collasso sociale.
Calogero Puleo