Se la Lorenzin non va dalla montagna, le Madonie si rechino a Roma

E’ passato un anno e non e’ ancora arrivata nessuna notizia sulla deroga del punto nascita di Petralia. Eppure sembrava ci fossero buone probabilita’, ma evidentemente le Madonie sono l’ ultimo pensiero del ministro o forse non siamo piu’ neanche tra gli ultimi impegni dell’agenda ministeriale. La tolleranza ha un limite pero’, oltre al silenzio, se qualcuno non lo avesse ancora percepito, c’e’ in ballo quel che ne e’ rimasto della dignita’ di una comunita’ . Se oggi ci viene proibito il diritto di nascere a casa nostra, questo potrebbe compromettere seriamente il ripopolamento dello stesso territorio gia’ prossimo alla desertificazione tra 30-40 anni, se non vi e’ subito una decisiva inversione di marcia. Il continuo spopolamento creera’ senz’altro a una ulteriore diminuzione delle nascite e conseguentemente portera’ le Istituzioni e i vertici Nazionali a razionalizzare ulteriormente sulle Istituzioni scolastiche, il che’ significa che a breve anche le nostre scuole saranno a rischio. Qui c’e’ in atto un tentativo di smantellamento radicale dei servizi sulle Alte Madonie. A questo punto viene da pensare che ci sia sotto qualcosa di cui nessuno ne abbia alcuna consapevolezza. Il messaggio e’ chiaro: c’ e’ un pressante tentativo di spostare le popolazioni montane a valle, nelle citta’ metropolitane  gia’ intasate grazie ai flussi migratori degli ultimi decenni. Dopo la globalizzazione  sta iniziando il processo della ” centralizzazione “. Effettivamente ci sarebbero diversi istituti pubblici che andrebbero rivisti e razionalizzati , ma la Sanita’ e l’Istruzione No. Questo e’ troppo. Specialmente quando i tagli riguardano territori disagiati come il nostro. Per questo oggi dopo l’ ennesima attesa e’ giunto il momento di mettere in chiaro quale sara’ il futuro delle Madonie. Ma visto l’ immobilismo Istituzionale sarebbe l’ora che i cittadini Madoniti si recassero a Roma, non per fare baldoria, ma per riprendersi i diritti che negli ultimi anni sono venuti a mancare. Diritti che ci appartengono perche’ cittadini “Italiani “, figli di quella Costituzione che dovrebbe essere garante della parita’ di dignita’, dell’uguaglianza e del rispetto verso qualsiasi individuo a prescindere dal sesso, eta’ e classe sociale di appartenenza.

Calogero Puleo

Redazione

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