“Abbiamo fatto il nostro dovere” , questo è quello che il presidente Ardizzone ha detto dopo l’approvazione della legge che proroga i contratti dei precari degli enti locali per due mesi e avvia il processo di stabilizzazione. Giusto per quei lavoratori che da anni aspettano tale decisione, sempre se si arriverà a conclusione, perché da qui a due annoi tante cose possono cambiare, e su questo ne vediamo delle belle di giorno in giorno. Si chiude un capitolo impegnativo per il Governo Regionale Siciliano e giustamente si deve pensare oltre la barriera, con altri impegni che si susseguono come quello dei Forestali.
Se da un lato questi lavoratori pensano che si possa ottenere qualcosa di positivo, dall’altro canto le opinioni del governo sembrano non coincidere con quelle degli operai. Si era messo in atto un processo di riforma del comparto da parte dell’Assessore all’Agricoltura Cracolici che “aveva tirato su una bozza” (a modo suo) o per meglio una legge che attendeva il vaglio definitivo, ma in contrasto con gli stessi forestali a cui non piace per svariati motivi e con punti in cui non si trovano dei nessi e che deve quindi essere rivisto, ance a voce del presidente Crocetta. Una premessa se si pensa che questa riforma o stabilizzazione doveva avvenire prima di quella dei precari degli enti locali, visto che il comparto è il più vecchio di tutti i settori, e utile anche in altri settori solo se, fosse guidato da qualcuno che abbia a cuore le sorti del comparto e le idee chiare su come utilizzare gli operai.
Non basta prendere in giro annualmente un’intera categoria, ma giustamente anche questa deve vedere la luce, non soltanto con le misere giornate di legge che spettano di diritto, perchè si conosce bene che l’effettuare i 78,101 o 151 giornate non bastano per coprire l’intero anno lavorativo e nemmeno lo si può fare economicamente con quel che si può ottenere dall’indennità di disoccupazione. Questo è stato più volte sottolineato dai lavoratori che stanchi di tale dissenso tentano di far capire tale sofferenza, ma a volte non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire, e cieco di chi non vuol vedere !
Antonio David
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