Entro marzo le prime Case popolari nel centro storico di Petralia Sottana

La tutela dei centri storici, in quanto beni culturali, trova fondamento nell’art. 9, comma 2, della Costituzione, il quale sancisce che “la Repubblica tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione”. Le nuove case popolari di Petralia Sottana non saranno palazzine o casermoni  alla periferia  del paese, ma  singole case sparse nel centro storico acquistate dal Comune  a seguito di un bando pubblico, per essere  ristrutturate  e successivamente assegnate agli aventi diritto, in base ad una apposita graduatoria. Dopo cinque anni  dalla comunicazione del finanziamento di  2 milioni di euro  da parte dell’assessorato alle infrastrutture, procedono speditamente i lavori per la ristrutturazione e l’adeguamento  di tredici case ,le prime delle quali secondo le previsioni dovrebbero essere già pronte il prossimo mese di marzo del nuovo anno. “Un traguardo importante per l’amministrazione comunale  di Petralia Sottana-sottolinea il sindaco Santo Inguaggiato- che ha sempre puntato,in maniera convinta  sulla  sostenibilità ambientale ,nella consapevolezza  che  le strategie  hanno bisogno di tempi lunghi, ma che alla fine pagano.”   Petralia Sottana ha dato il proprio contributo, per raggiungere gli obiettivi di abbattimento delle  emissioni ,certamente  dal punto di vista culturale , come evidenziato nei report della stampa  specializzata- “QualeEnergia”, la rivista promossa da Kyoto Club,da Legambiente e da AzzeroCO2 .Proprio il recupero di vecchie abitazioni del centro storico e l’avere evitato ulteriore cementificazione è stata considerata una delle azioni più qualificanti del Paes,ad Ecomondo-Rimini dove il sindaco ha ricevuto l’attestazione di merito. A indurre la richiesta di una riconversione delle somme in direzione del risanamento del Centro Storico alcuni punti irrinunciabili: impedire una ulteriore cementificazione e un inutile consumo del territorio; evitare lo spopolamento e la fuga di altre famiglie verso la periferia con aumento, in prospettiva, dei costi  per  l’igiene ambientale, la mobilità e i servizi a rete, con tutte le implicazione connesse e, prima tra tutte, l’inquinamento.  “Una scelta culturale e sociale-afferma il sindaco Santo Inguaggiato- per  riportare l’attenzione sul valore dei centri storici minori, il cui degrado va contrastato con investimenti a partire da quelli pubblici, affinché vengano rivalutati per la qualità della vita che offrono, nel nostro caso all’interno di un’area di pregio come quella del Parco delle Madonie. Nei comuni delle aree interne e di montagna, a decremento demografico,  occorre avere come bussola  delle politiche urbanistiche a “metro cubo zero”. In tal senso occorre  omogeneizzare i comportamenti di tutte le amministrazioni: e’ un grave errore pensare, ancora, che lo sviluppo possa passare attraverso ulteriore  cementificazione e  consumo irrazionale  di nuovo territorio.

 

 

 

 

Redazione

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