A Proposito del premio per l’accoglienza dei rifugiati
Quest’anno per la prima volta il Governo nazionale ha ritenuto opportuno assegnare ai Comuni, nei quali sono presenti immigrati, un contributo straordinario, senza vincolo di destinazione, commisurato al numero degli immigrati ospitati, a titolo di riconoscimento per le attività svolte dai Comuni e dei costi sostenuti dalle intere comunità. A Geraci, tenuto conto degli ospiti stranieri presenti, è stata assegnata la somma di euro 51.846.
Non riusciamo a comprendere perché i due consiglieri di minoranza, presenti alla seduta del Consiglio del 26 ottobre u.s., (Spallina e Minutella) abbiano scelto di non intervenire nel corso del dibattito sulla manovra finanziaria in discussione e abbiano deciso di svolgere un intervento, costellato di gratuite e ingenerose affermazioni sull’operato dell’Amministrazione e sul contributo concesso, solo nel corso delle dichiarazioni di voto, a seguito delle quali, com’è noto, non è permessa per Regolamento alcuna replica da parte dell’Amministrazione.
Peccato, perché se avessero accettato il dibattito e il democratico confronto in Consiglio, non avrebbero commesso l’errore di considerare la numerosa presenza di rifugiati a Geraci un affare economico per il Comune e per l’intera collettività.
Utilizzare i comunicati stampa redatti da autori non presenti al Consiglio non è un bell’esempio di esercizio di democrazia, ma un tentativo poco edificante di mal riuscita propaganda pre-elettorale, nonché, la dimostrazione della scarsa considerazione che hanno delle Istituzioni democraticamente elette e di cui, peraltro, fanno parte.
In attesa di completare la realizzazione della diretta streaming delle sedute consiliari, dovendo comunque assicurare ai cittadini una corretta informazione, siamo costretti a ritornare sull’argomento per dimostrare che i soli costi di natura amministrativa che la nostra Comunità ha sostenuto e continua sostenere per assicurare un adeguato livello di servizi in favore del centro di accoglienza per minori non accompagnati gestito dalla Cooperativa Sant’Antonio, sono di gran lunga superiori alle somme che il Governo nazionale ci ha di recente assegnato.
Questo perché lo Stato da anni ha delegato al Comune l’onere della gestione diretta dei costi di soggiorno dei ragazzi minori non accompagnati affidati alla Cooperativa Sant’Antonio, questo comporta un considerevole aggravio di responsabilità amministrativa, contabile e finanziaria per gli uffici del Comune.
La Consigliera Minutella, in particolare, dovrebbe ben conoscere la mole di lavoro che tale attività comporta, ma è bene, a questo punto, ricordarlo a beneficio di tutta la collettività.
Il Comune giornalmente è chiamato a controllare la presenze dei ragazzi ospiti delle due strutture per minori; a verificare la sussistenza dei requisiti per il mantenimento nella struttura di 1° livello o per il trasferimento in strutture di altro livello; a eseguire le verifiche e i riscontri di natura contabile delle periodiche fatturazioni presentate dalla Cooperativa Sant’Antonio, lavoro non da poco se si considerano la complessità delle procedure di rendicontazione richieste dalla Prefettura e la rilevante somma da gestire, che si aggira intorno agli 800.000 euro annui.
Vi è poi un notevole incremento di attività a carico dei servizi demografici, dovuto alle continue iscrizioni, cancellazioni e variazioni anagrafiche, al rilascio di carte di identità e di codici fiscali, a tutto ciò si aggiunge infine la delicatissima attività di carattere sociale conseguente ai numerosi e continui affidamenti al Sindaco, di ragazzi minori non accompagnati disposti dal Tribunale per Minori di Palermo.
Si tralascia, per mera opportunità, la valutazione economica di altri tipi di costi sociali di cui la comunità si è fatta carico in questi anni per riscontrare il fenomeno dell’immigrazione.
Ribadiamo di non comprendere l’atteggiamento dei consiglieri di minoranza presenti in Consiglio, se avessero con meno demagogia valutato la portata del fenomeno e partecipato con costanza alle attività sociali, politiche e amministrative svolte in questi anni non avrebbero commesso l’errore di considerare l’accoglienza degli immigrati un affare economico per la comunità di Geraci.
I geracesi in anonimato e in silenzio hanno sentito il dovere di accogliere chi fugge da terre martoriate dalla guerra e/o da ingiustizie sociali, perché considerano l’accoglienza un dovere morale e civile.
In occasione della crisi libica del 2011 non ci siamo sottratti ad accogliere, per un prolungato periodo, 37 profughi assegnati dalla Protezione Civile a Geraci e ricoverati presso l’Hotel Ventimiglia, organizzando per loro uno dei primi progetti di servizio civico comprensoriale realizzati in Italia e molto apprezzato da talune Organizzazioni nazionali ed internazionali.
Abbiamo assolto con successo compiti di sicurezza pubblica, a seguito di manifestazioni di protesta verificatesi in quel periodo, nella totale mancanza di supporto da parte della struttura di accoglienza.
Così come abbiamo ritenuto doveroso riscontrare l’invito della Prefettura di Agrigento ad accogliere nel nostro cimitero quattro delle vittime del doloroso naufragio del 3 ottobre del 2013 avvenuto al largo di Lampedusa, provvedendo alla sepoltura e all’accompagnamento spirituale delle salme, assolvendo così ad un compito proprio di istituzioni religiose, inspiegabilmente assenti.
Nello stesso mese, abbiamo accolto senza indugio l’invito della Prefettura di Palermo ad occuparci di un numeroso gruppo di famiglie di profughi siriani (circa 70 persone), con 35 bambini, molti dei quali in precarie condizioni di salute. La presenza siriana a Geraci per tantissimi geracesi è rimasta una delle esperienze più intense della loro vita, ci dispiace molto per chi non ha potuto o voluto viverla.
Non riteniamo di essere stati perfetti, si sarebbe potuto fare ancora di più e meglio, ma tuttavia, non siamo disposti ad accettare lezioni di accoglienza e solidarietà da quanti sono stati assenti nei momenti critici e meno che mai da chi con l’ospitalità ha trovato un modo per risolvere problemi di diversa natura.
In merito alla questione del diritto allo studio dei rifugiati, sempre sollevata dal Consigliere Spallina nel corso delle dichiarazioni di voto e ripreso senza alcuna verifica dall’estensore dell’articolo, occorre precisare, che la Comunità geracese si fa carico e assicura il regolare diritto allo studio a sette ragazzi minorenni non accompagnati ospiti del centro SPRAR “Casa di San Pietro” gestito sempre dalla cooperativa Sant’Antonio, in quanto regolarmente iscritti alla scuola dell’obbligo. Non abbiamo potuto purtroppo riscontrare la richiesta di utilizzo di tre aule per svolgere corsi di alfabetizzazione per circa 100 unità, avanzata dal Centro Provinciale Istruzione Adulti di Castellana, sia per ragioni di spazio e sia, soprattutto, perché il costo di tale servizio è riconducibile ai gestori delle strutture ospitanti e non all’erario pubblico comunale.
Consapevoli che la nostra comunità in situazioni di emergenze abbia già svolto il proprio dovere, accogliendo molti più immigrati di quanto dovuto, abbiamo chiesto, chiediamo e chiederemo alla Prefettura, alla Questura e ai Servizi Sociali del Comune di Palermo una drastica riduzione del numero di rifugiati presenti a Geraci, al fine di creare le condizioni per una loro effettiva integrazione, confortati oggi dal recente accordo ANCI – Ministero dell’interno che prevede l’assegnazione di una quota di 2,5, massimo 3, migranti per ogni mille abitanti per Comune.
Invitiamo la minoranza a non utilizzare in futuro tecnicismi regolamentari per sottrarsi al confronto e soprattutto ad evitare, su temi così delicati che impongono una prudente e serena dialettica pubblica, ogni forma di demagogia e giudizi approssimativi, per non contribuire ad alimentare sentimenti estranei alla cultura e alla storia geracese.
Invitiamo i gestori dei centri di accoglienza ad abbassare i toni e a riflettere su quanto l’Amministrazione e l’intera comunità hanno fatto e continuano a fare nel campo dell’accoglienza e soprattutto consigliamo loro di non confondere l’accoglienza, che è un valore sociale, con i servizi di ospitalità resi da privati a fronte di un pagamento pubblico sovvenzionato dallo Stato. Si coglie l’occasione per raccomandare, ancora una volta ad entrambi i gestori, di aumentare il livello dei servizi di sorveglianza e controllo dei rispettivi ospiti, al fine di contribuire fattivamente ad assicurare adeguati standards di sicurezza ai tanti anziani e ai giovani, soprattutto in età scolare, residenti nel nostro meraviglioso borgo.