Ad iniziativa dell’Istituto Italiano Fernando Santi si sono riunite a Palermo, nella sede legale dell’Ente Regionale Bilaterale Turismo Siciliano, Associazioni regionali e rappresentanze regionali, alcune con delega, delle Associazioni nazionali della formazione professionale di cui alla legge 40/87.
A seguito delle relazioni e degli interventi, i presenti, conclusivamente, manifestano l’urgente e indifferibile necessità politica e istituzionale di prendere atto della estrema complessità critica che attraversa il comparto della formazione professionale in Sicilia.
Lo stato di disfunzione generalizzato si combina con la carente attività svolta da diversi uffici preposti a garantire i servizi all’utenza, alla programmazione, alla rendicontazione, all’erogazione delle somme dovute agli aventi diritto, la garanzia occupazionale e la tempestiva erogazione dei compensi (es. Garanzia Giovani), degli stipendi e degli ammortizzatori sociali al personale impegnato negli interventi e nei servizi formativi.
Conseguentemente preso atto di quanto sopra
INVITANO
il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, il Presidente della Regione Siciliana, l’Assessore Regionale dell’Istruzione e della Formazione Professionale, l’Assessore Regionale della Famiglia, delle Politiche Sociali e del Lavoro, il Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana e il Presidente della V Commissione Cultura, Formazione e Lavoro, ciascuno per le proprie competenze, a concorrere a ridefinire e ad allargare i contenuti e gli interventi connessi allo stato di crisi del comparto della formazione professionale, al fine di dare soluzione ai problemi più immediati e alle prospettive di garanzia e di rilancio del settore che, legittimamente, rivendicano gli Enti di formazione e i loro lavoratori.
Infatti questo importante comparto dovrà diventare strumento di qualificazione, anche di eccellenza, delle nuove e future generazioni, contenendo l’esodo forzato dei giovani verso altre Regioni italiane ed europee.
In atto, ritardi ed omissioni, mancata sottoscrizione di accordi quadro, forzature interpretative, direttive regionali e normative di secondo livello, hanno stravolto norme comunitarie, norme primarie e certezze interpretative, per cui si rende immediatamente necessario adottare i conseguenti provvedimenti.
In tale contesto si renderà necessario elaborare un accordo quadro regionale che tenga conto delle procedure da porre in atto, per la cessazione dei rapporti di lavoro e la chiusura dei rendiconti e delle attività pregresse.
Le Associazioni, oggi riunite, evidenziano la necessità di promuovere una riunione a Roma con gli Enti nazionali di cui alla legge 40/87 e l’Associazione FORMA nazionale al fine di assicurare un corretto ed equilibrato sostegno alla crisi del comparto in Sicilia e nel contempo di affrontare la problematica di FORMA Sicilia, che ha sottoscritto accordi e definito contrattazioni a livello regionale, in rappresentanza delle organizzazioni datoriali nazionali di cui sopra.
Si evidenzia in particolare negli anni 2012 e 2013 che FORMA Sicilia ha sottoscritto un accordo con l’Amministrazione regionale che ha conseguentemente impegnato tutti gli Enti operanti in Sicilia, a garantire i livelli occupazionali, con ciò escludendosi la possibile interruzione delle attività e la conseguente sospensione dei lavoratori.
Tutto ciò ha determinato un utilizzo non corretto delle risorse comunitarie e il rigetto delle istanze di accesso al beneficio degli ammortizzatori in deroga, che hanno finito per devastare il sistema, dal licenziamento dei lavoratori al fallimento degli Enti.
In atto FORMA Sicilia insiste ad operare in rappresentanza degli Enti datoriali nazionali e di FORMA nazionale, firmataria in loro rappresentanza del contratto di lavoro nazionale.
Ciò pur non avendo la sua rappresentanza, Paolo Genco in qualità di Presidente di ANFE (Associazione Nazionale Famiglie Emigrati), il riconoscimento nazionale di cui alla legge 40/87.
Stante che ANFE non ha avuto alcun progetto approvato, adotta oggi, anche attraverso FORMA Sicilia, ogni modalità di pressione per paralizzare l’efficacia dell’Avviso 8, che consente intanto di avviare le attività formative finanziate e l’utilizzo dei lavoratori da impegnare nelle attività corsuali.
Resta ferma la volontà manifestata dai presenti di richiedere l’utilizzo tempestivo dei 25-30 milioni di euro assicurati, ai vari livelli istituzionali, datoriali e sindacali, dall’Assessore Regionale alla Formazione Professionale e a quelli che potrà ulteriormente assicurare il Ministero del Lavoro, sia per impinguare i fondi destinati all’Avviso 8, sia i fondi destinati alle due annualità formative successive.
Infatti appaiono esigui gli impegni finanziari annuali, previsti dal piano di rilancio del comparto, perché annualmente significativamente inferiori a quelli garantiti dall’Avviso 8, per l’annualità in corso.
Il piano di interventi per il superamento dello stato di crisi del comparto, pertanto, così come è articolato in atto, farebbe ricadere ben presto in un ulteriore stato di crisi gli Enti e i lavoratori che attualmente possono essere impegnati nella gestione dell’Avviso 8.
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