La Zona Franca Montana sbarca a Palazzo d’Orleans. La delegazione madonita: «Ora non ci sono più alibi. Non tollereremo ulteriori boicottaggi»

Una delegazione formata da Salvatore Cassisi, presidente del Centro Commerciale Naturale di Polizzi Generosa, Lillo Spitale, responsabile della CGIL per le alte Madonie e Vincenzo Lapunzina, editore de “Il Caleidoscopio delle Madonie, Report & News”, sono stati ricevuti da Patrizia Monterosso, segretario generale della Presidenza della Regione Siciliana e dal capo di gabinetto, dott. Calogero Guagliano, per fare il punto sull’iter parlamentare del DDL 981 riguardante l’istituzione in Sicilia delle Zone Franche Montane.

Per la cronaca il suddetto ddl, meglio conosciuto come Legge sulle montagne. Istituzione delle Zone Franche Montane, ha visto l’approvazione unanime presso la della commissione attività produttive dell’ARS il 7 ottobre 2015 e contestualmente “inviato alla commissione bilancio per il parere di competenza”.

Non prima di avere ottenuto in Sala d’Ercole la “procedura d’urgenza”, il 27 aprile del 2015, votata all’unanimità dai parlamentari presenti nel corso della 236° seduta dell’Assemblea.

Ma qualcosa non è andato per il verso giusto considerato che il ddl pare che si sia impantanato in commissione bilancio, presieduta da Vincenzo Vinciullo.

Di questo si è parlato nel tavolo tecnico voluto dalle organizzazioni madonite che stanno promuovendo questo iter legislativo.
Si è cercato di capire quali fossero i motivi ostativi, ove c’è ne fossero, che hanno determinato questa battuta di arresto all’inter parlamentare e alla conversione in legge di detto ddl.
Lapunzina ha brevemente ripercorso le tappe che hanno portato alla redazione di questo ddl attraverso audizioni presso la commissione attività produttive, incontri sul territorio alla presenza di esponenti del Governo Regionale e dell’allora Presidente della commissione attività produttive, Bruno Marziano e di un altro esponente di punta del governo regionale, Anthony Barbagallo e del vice Presidente della Regione Maria Lo Bello e di diversi esponenti esponenti politici.
Un percorso che è passato anche da Roma dove l’intero gruppo di lavoro è stato audito, a novembre dell’anno scorso, presso la Presidenza del Consiglio, dal gruppo di lavoro che si occupa della Strategia Nazionale Aree Interne, guidato dalla dottoressa Sabrina Lucatelli.

Salvatore Cassisi ha ribadito la primogenitura di questo ddl da parte dei Centri Commerciali Naturali di Gangi, Petralia Sottana e Polizzi Generosa, oltre che dalla CGIL, Confesercenti, Casa Artigiani e dalla testata giornalistica “Il Caleidoscopio”
Il presidente del CCN di Polizzi ha evidenziato l’attenzione che si è venuta a creare attorno a questo importante strumento legislativo, tanto atteso dalla popolazione locale e dalla attività produttive.
Ha altresì ribadito la situazione di notevole difficoltà da parte delle attività attualmente operanti nel territorio e la totale assenza di nuovi insediamenti produttivi.
Si ci è soffermati sulle possibili ricadute che nel breve detto strumento può avere sulle economie locali.

Lillo Spitale ha manifestato preoccupazioni circa la possibile interferenza all’interno della commissione bilancio da parte di qualche componente che ne frenerebbe la sua esitazione.

È stato portato all’attenzione degli alti funzionari della presidenza un articolo giornalistico relativo all’attività della Regione Sardegna che ha già percorso lo stesso iter in zone montane con evidenti risultati in termini di ripresa economica (area del Sulcis). Da quanto riportato nell’articolo pare che non ci sia niente da inventare, mancherebbe la buona volonta politica, ha incalzato Spitale.

La condivisione della Monterosso e di Guagliano è stata unanime per lo spirito del ddl e la valenza in termini di ricaduta positiva.
Relazioneranno immediatamente al Presidente Crocetta di quanto discusso e promuoveranno tutti gli iter amministrativi necessari affinchè si possa esitare una buona legge.

«Il Parlamento ed il Governo regionale non hanno più nessun alibi. Lo sviluppo reale delle aree interne siciliane passa attraverso la fiscalità di vantaggio», hanno ribadito unanimemente i rappresentanti del “paesaggio” madonita.
«Non tollereremo ritardi e tentativi maldestri di inquinamento dell’iter che desideriamo arrivi a buon fine a strettissimo giro. Non si può pensare allo sviluppo reale dell’area madonita senza parlare di Zona Franca. Per il resto se qualcuno si vuole appuntare sul petto la medaglia della primogenitura lo faccia pure a noi interessa il risultato finale e non la sedia centrale in conferenza stampa», concludono Lapunzina, Cassisi e Spitale.

redazione

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