Continua l’eterno dilemma dei lavoratori precari e dei precari forestali. Seppur li unisce la “disgrazia” di essere dei lavoratori a tempo determinato, trovano un cammino leggermente diverso ma che li accomuna nel fatto di vivere sempre con l’acqua alla gola specie i forestali. Parlando dei lavoratori nei comuni o nelle pubbliche amministrazioni, si può largamente dire che nonostante le proroghe annuali hanno continuato a lavorare di continuo nei comuni o in sportelli vari, mentre i forestali hanno vissuto e vivono tutt’ora il fatto di lavorare sempre a spezzatino e con stipendi che arrivano dopo 3-4 mesi, e questo sinceramente non è tollerabile.

Lo sciopero di ieri , con la partecipazione dei sindaci dei vari paesi e comuni siciliani è stato importante per rimarcare il problema che si vive quotidianamente nei piccoli centri o meno e  lavorare senza serenità non porta niente di buono nell’economia locale.

Tanti forestali si chiedono il perché si parla sempre di stabilizzare i precari e non i forestali. Bella domanda possiamo dire, ma certamente le risposte possono essere tante visto che pur facendo due lavori diversi tutti e due sono utili alle varie cause , ma utilissimi in situazioni particolari o anche in grandi o piccole realtà. Lavori di amministrazione pubblica per alcuni e lavori di pubblica utilità se venissero impiegati anche fuori dal demanio forestale, quindi entrambi sostenibili se solo si volesse portare a compimento un parto che dura da svariati anni.

Purtroppo le intenzioni del governo di stabilizzare entrambe le categoria, sono state sbandierate ai quatro venti in campagna elettorali a scopi positivi e bocciate successivamente se non si reisce a raggiungere l’obiettivo personale del singolo deputato o chiunque ne faccia le veci,