Il vescovo di Cefalù su “gli incendi”

PUBBLICHIAMO INTEGRALMENTE IL MESSAGGIO DEL VESCOVO DI CEFALU’ SUGLI INCEDI CHE HANNO COLPITO IL MESE SCORSO LE BASSE MADONIE

Carissimi fratelli e sorelle, Pace a Voi! 

È appena trascorsa una settimana da quegli eventi incendiari che hanno messo a dura prova ognuno di noi, le persone care, le nostre case, le nostre attività lavorative.

Voglio innanzitutto, esprimervi la mia vicinanza di Padre e Pastore di questa amata Chiesa Cefaludense, che condivide con voi le vostre preoccupazioni e i vostri disagi per gli eventi accaduti. Ciò che vediamo è un panorama apocalittico. Eventi che hanno non solo distrutto la flora e la fauna del nostro territorio, ma che hanno sconvolto e ferito gli animi di tutti coloro che piegati dal peso di una grave crisi socio-economica, adesso devono anche affrontare il disagio di dover cominciare da zero.

Questi gesti che portano distruzione e che possono causare morte, vanno vivamente condannati e perseguiti. Ma non possiamo fermarci alla semplice condanna. Dobbiamo soprattutto educarci a prenderci cura del creato e come ci ha richiamato recentemente Papa Francesco, prenderci cura di una ecologia integrale della persona umana.

Il creato è un dono! Un dono affidatoci da Dio, perché c’è ne prendessimo cura; perché ne traessimo nutrimento e beneficio e non per ridurlo in cenere.

Non possiamo e non dobbiamo sfruttare la natura, un territorio per reclamare e per raggiungere fini personali discutibili ed eticamente illeciti; ma impegnarci a garantire, conservare e custodire il creato con tutto ciò che esso comprende perché tutti ne possano trarre beneficio.

 Nell’Enciclica Laudato Sii al n° 122 così dice Papa Francesco: “Un antropocentrismo deviato dà luo­go a uno stile di vita deviato. Nell’Esortazione apostolica Evangelii gaudium ho fatto riferimento al relativismo pratico che caratterizza la nostra epoca, e che è « ancora più pericoloso di quel­lo dottrinale ». Quando l’essere umano pone sé stesso al centro, finisce per dare priorità assoluta ai suoi interessi contingenti, e tutto il resto diven­ta relativo. Perciò non dovrebbe meravigliare il fatto che, insieme all’onnipresenza del paradigma tecnocratico e all’adorazione del potere umano senza limiti, si sviluppi nei soggetti questo relati­vismo, in cui tutto diventa irrilevante se non ser­ve ai propri interessi immediati. Vi è in questo una logica che permette di comprendere come si alimentino a vicenda diversi atteggiamenti che provocano al tempo stesso il degrado ambientale e il degrado sociale.”

 E ancora al n° 139: “Quando parliamo di “ambiente” faccia­mo riferimento anche a una particolare relazione: quella tra la natura e la società che la abita. Questo ci impedisce di considerare la natura come qual­cosa di separato da noi o come una mera cornice della nostra vita. Siamo inclusi in essa, siamo parte di essa e ne siamo compenetrati. Le ragioni per le quali un luogo viene inquinato richiedono un’a­nalisi del funzionamento della società, della sua economia, del suo comportamento, dei suoi modi di comprendere la realtà. Data l’ampiezza dei cam­biamenti, non è più possibile trovare una rispo­sta specifica e indipendente per ogni singola parte del problema. È fondamentale cercare soluzioni integrali, che considerino le interazioni dei siste­mi naturali tra loro e con i sistemi sociali. Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-am­bientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura.”

Permettetemi ora di ringraziare tutti coloro che a vario titolo, Amministratori, Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco, Dipartimento Regionale della Protezione Civile, Associazioni di Volontariato, si sono mobilitati sin da subito per arginare questa emergenze. Di cuore a tutti e a ciascuno Grazie!

redazione

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