Pet Therapy, corsi di formazione per veterinari e psicologi

La Regione ha recepito le “Linee guida nazionali per gli interventi con gli animali”
Il ministero della Salute, Santucci: “Valuteremo se inserire queste prestazioni a carico del Servizio sanitario”

Corsi di formazione all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia per i professionisti che, a vario titolo, in Sicilia si occuperanno di Pet Therapy. A stabilirlo è il decreto dell’assessorato regionale alla Salute, con cui la Regione ha recepito le “Linee guida nazionali per gli Interventi assistiti con gli animali (IAA)”, meglio conosciuti come “Pet therapy”, diffuse dal ministero della Salute. L’Istituto Zooprofilattico organizzerà corsi di formazione per le équipe multidisciplinari (veterinari, psicologi, pedagogisti, neuropsichiatri infantili) e monitorerà la salute degli animali domestici, utilizzati per migliorare la salute psico-fisica di anziani e bambini con problemi di apprendimento e concentrazione.
Il decreto prevede che la Pet Therapy può essere effettuata da “centri specializzati pubblici e privati in possesso dei requisiti previsti dalle Linee guida”. Si tratta di strutture sanitarie (ospedali, poliambulatori), sociali e socio-assistenziali (case di riposo, residenze sanitarie assistenziali, comunità per minori), educative e ricreative (istituti scolastici, fattorie didattiche). “Il decreto regionale è un provvedimento importante, perché, fissando precisi requisiti per le strutture e prevedendo una formazione specifica per gli operatori, ha il duplice obiettivo di dare garanzie ai pazienti e di tutelare il benessere degli animali – hanno spiegato stamattina, durante un convegno, Salvatore Dara, direttore dell’area Igiene produzioni zootecniche e benessere animale e Paolo Monteverde, responsabile del laboratorio Igiene Urbana veterinaria dello Zooprofilattico -. Siamo già in contatto con l’Ospedale dei Bambini di Palermo, che da circa un mese, ha aperto le porte agli animali”.
I risultati di alcuni progetti dimostrano che la relazione con l’animale riaccende l’interesse verso gli altri, attraverso stimoli sensoriali tattili e visivi, creando un’empatia che induce anche pazienti depressi e in isolamento sociale a reagire e a sentirsi utili. “Gli animali domestici possono svolgere un importante ruolo di mediatori nei processi terapeutico-riabilitativi ed educativi e il loro impiego, uscito dall’empirismo iniziale, sta seguendo sempre più un approccio scientifico”, hanno detto Salvatore Seminara e Santo Caracappa, rispettivamente commissario straordinario e direttore sanitario dell’Istituto.
Gli animali che possono essere utilizzati sono cani, cavalli, asini, gatti e conigli. Il decreto regionale assegna un ruolo fondamentale all’Istituto: insieme al Cefpas, alle Università e agli enti privati in possesso dei requisiti, lo Zooprofilattico avrà il compito di organizzare corsi di formazione per le équipe che porteranno gli animali nelle corsie degli ospedali. “Il nostro ruolo, in collaborazione con il Centro di referenza nazionale di Padova, è decisivo, perché controlleremo le condizioni di salute degli animali sia durante le sedute, sia nei periodi di inattività, affinché siano in grado di aiutare il paziente”, ha sottolineato Monteverde.
A rappresentare il ministero della Salute è stato Vincenzo Ugo Santucci, direttore dell’ufficio Benessere animale e Igiene zootecnica: “Stiamo vedendo che la Pet Therapy riduce l’utilizzo degli antidolorifici e dei farmaci in genere. Per questo motivo, valuteremo se inserire alcune prestazioni all’interno del Servizio sanitario nazionale”. Soddisfatto anche Luca Farina, responsabile del Centro di referenza nazionale: “La Sicilia, assieme ad altre dieci regioni, ha recepito le Linee guida, che ci vengono invidiate a livello internazionale. Sono state tradotte in America e presentate in Brasile”. Dal mondo accademico arrivano i primi risultati delle sperimentazioni: “Sulle Madonie, stiamo portando avanti delle ricerche sui bambini autistici o con disturbi alimentari – ha detto Elena Mignosi, docente di Pedagogia generale e sociale all’Università di Palermo -. Utilizzando la relazione con gli asini, stiamo avendo risultati straordinari”.

redazione

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