I quadri di Lupinacci a Milano

In occasione dell’evento Exploring Bandiere Arancioni, nello splendido scenario della piazza d’Armi del Castello Sforzesco, per un appuntamento dove le eccellenze dei borghi più accoglienti d’Italia si metteranno in mostra, l’artista siciliana Gabriella Lupinacci presenta Souvenir – i colori del borgo, collezione di Opere pittoriche e scenografiche, ispirate alle varietà cromatiche del Mediterraneo.
Souvenir, come ricordo di un luogo vissuto, di una memoria da raccontare, come simbolo folkloritsico di una terra, come macchia di colore, come rondini in volo che dalle sponde del mare, sfiorano le vette delle Madonie e proseguono il viaggio.
Gabriella Lupinacci, in passato progettista e direttore dei lavori del restauro dei ponti San Brancato e di Pietra , nonché della Chiesa Madre di Petralia Sottana, paese prescelto dall’evento come rappresentativo della regione Sicilia, ha sempre mostrato profonda sensibilità per la bellezza di quei luoghi nascosti. Borghi meravigliosi dove la pittrice ha negli anni realizzato mostre personali ed esposizioni a tema, per rievocare attraverso l’arte, le pecularietà territoriali e la memoria antichissima di riti, gusti e storia.

Dodici opere uniche in tecnica mista, più trenta litografie si raccontano in primavera, quando la natura si risveglia ed esplodono “Accordi misteriosi” di colori e profumi, ed “Eteree visioni” si manifestano nel suggestivo scenario siculo. La flora va in scena nella sua forma migliore, ed è protagonista, regina incontrastata di un “Paradiso botanico” dove acero e olmo montano, abete e faggio, rovere e leccio, dialogano e si ergono fieri, simili a “vele al sole”. In questo grande scrigno, come in un “Giardino mentale” si crogiola il biancospino di Sicilia, mentre rapaci tra cui qualche rara aquila del Bonelli, falco pellegrino, gheppio, aquila reale e poiana, danzano ne “Il volo nel parco”. Straordinaria “Rinascita” di cromie in ogni stagione, che vanno dal rosso dei “Timidi papaveri” primaverili, al verde dell’estate, al giallo e amaranto dell’autunno, per assumere infine un aspetto grigiastro in inverno, dopo “La caduta delle foglie”. In questo scenario, il “Ponte San Brancato”, si affaccia sul fiume Imera. Testimonianze di antiche civiltà, tra cui quelle dei saraceni, normanni, bizantini, angioini, antiche chiese rinascimentali e barocche, palazzi ottocenteschi nobiliari, si specchiano tra le viuzze ed i corsi principali, mentre “Il Duomo” con le sue centenarie campane in bronzo richiama i fedeli. Nel patrimonio culturale si affaccia una “Metopa”, che scaturisce acqua e vita dalla bocca e con il suo volto cupo, saggio e pensoso ci fissa e ripete ad alta voce che la ricchezza di un’isola è qui vicina a noi e va custodita gelosamente nel patrimonio di feste, tradizioni, gastronomia e cultura che dobbiamo difendere strenuamente. Perché le radici, la memoria e la storia di un popolo non devono essere mai perdute.
Ingresso Gratuito.
Orario della manifestazione: 10 -19.
Info su Gabriella Lupinacci
Ufficio Stampa Galuarte
Ref. Ivana Celano +39 349 06 44 923 – 329 832 93 73 ivanacelanopress@hotmail.it
Studi d’Arte a Palermo e Bologna – www.gabriellalupinacci.com


Note biografiche
GABRIELLA LUPINACCI nasce a Palermo, si diploma al liceo artistico, si laurea in architettura ed approfondisce gli studi pittorici, le tecniche di rappresentazione e conservazione delle opere artistiche ed architettoniche, conseguendo la specializzazione post-laurea sulla valorizzazione e conservazione delle opere d’Arte.
Per molti anni insegna materie artistiche e Storia dell’Arte, e lavora presso la Soprintendenza ai Beni Culturali di Palermo e l’Assessorato al Turismo e Spettacolo, immersa nella valorizzazione e fruizione dei siti monumentali, museali ed espositivi, nella promozione e diffusione dei programmi turistici con ricerca paesaggistica sul territorio siciliano. Attualmente è direttore creativo per eventi di Arte contemporanea.
Conosce personalmente grandi Maestri dell’Arte contemporanea come Guttuso, Dixit, Rizzo, Giambecchina, studia con valenti insegnanti: Bonanno, Baragli, Bellafiore, Castronovo, Catalano, Mollica, Piraino e Riccobono, da tutti riceve preziosi tributi per la sua crescita artistica.
Oltre 140 le mostre realizzate da Gabriella Lupinacci sul territorio nazionale (Palermo, Bologna, Ravenna, Roma, Venezia, Firenze, Torino, Forlì, Parigi, ma anche in Europa ed in America (New York e Miami).
Realizza il primo Premio GustaCinema per il Festival nazionale BazzaCinema di Bazzano (Bologna). Cura tutte le illustrazioni de “Il turismo in Sicilia” edito nel 2004; il libro di Valentina Harè “le favole del disamore” edito nel 2012; la copertina della raccolta di poesie “Fiori di umido vento” di Francesco Federico, edito nel 2015. Dipinge tre grandi tele scenografiche per il Teatro Politeama di Palermo, nel dramma teatrale di Anna Mauro “Il Barbone di Partanna”.
Presso il Teatro al Massimo di Palermo, realizza proiezioni pittoriche ispirate alla danza sulle quali il Balletto contemporaneo “Arte danza” si è esibito. Partecipato al concorso per la creazione di un’opera d’Arte per l’Unità d’Italia con i simboli dello stato e del corpo forestale di Asti e la sua opera viene acquisita dalla città di Asti.
Valenti critici, galleristi e cultori dell’Arte, hanno presentato le opere di Gabriella Lupinacci, alcuni tra questi: Dino Ales, Alfredo Amar, Enzo Amoroso, Salvatore Autovino, Alex Bignardi, Eugenia Bono, Giovanni Cappuzzo, Francesco Carbone, Carlo Castronovo, Pippo Catanzaro, Pietro Cataudella, Ivana Celano, Dante Cerilli, Elina Chianetta, Luigi Gianfranco Consiglio, Alfredo De Paz, Francesco Federico, Enza Garipoli, Ezio Gavotti, Cristian Germack, Valentina Gueci, Carlos La Bandera Alonso, Giovanna La Bua, Filippo Solito Margani, Emilio Mazzè, Giuseppe Mendola, Francesco Musotto, Leoluca Orlando, Giusi Parisi, Giuseppe Quatriglio, Raimondo Raimondi, Aldo Reina, Silvana Riccobono, Laura Romano, Albano Rossi, Rosa Maria Russo, Pino Schifano, Francesco Maria Scorsone, Arturo Zoric.
Le opere di Gabriella Lupinacci, figurano in collezioni pubbliche e private, sono recensite sugli annuari dell’ Arte Contemporanea e sul Bolaffi già dal 1989.

redazione

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