In agitazione i 132 dipendenti dell’ARAS da 8 mesi senza stipendio
Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil e Confederdia siciliane hanno proclamato lo stato di agitazione dei dipendenti dell’Associazione regionale allevatori della Sicilia. Dall’11 aprile, in assenza di novità circa la loro vertenza, i lavoratori hanno sospeo ogni tipo di attività.
I lavoratori in questione non prendono stipendio da 8 mesi, retribuzione peraltro ridotta con i contratti di solidarietà. Questo nonostante un accordo di ottobre che, a fronte della fuoriuscita di 32 persone, stabiliva lo sblocco delle risorse per gli stipendi da parte dell’Assessorato regionale Agricoltura di cui è assessore Antonello Cracolici e Direttore Rosaria Barresi.
“Diciamo basta – scrivono in una nota i sindacati – all’utilizzo improprio dei contributi pubblici che, dai servizi e dalle retribuzioni, vengono dirottati al pagamento di contenziosi scaturiti dalla cattiva gestione dell’ARAS conseguente a sette anni di commissariamento”. Un commissariamento di cui chiedono la fine anche perché “non ha prodotto un piano organico di rilancio unito a un progetto di riorganizzazione dei servizi”.
“Ai lavoratori – rilevano i segretari delle 4 sigle Tripi, Colonna, Marino e Cannella – non vengono neppure rimborsate le spese di trasferta”. I sindacati chiedono all’assessore regionale all’agricoltura anche “di risolvere il pasticcio dell’ultima finanziaria che vede i servizi dell’Aras vincolati a un bando pubblico” e all’Ars di “approvare una legge organica per il comparto zootecnico che garantisca qualità dei servizi agli allevatori e stabilità lavorativa ai dipendenti”.
I lavoratori, inoltre, non si spiegano il perché la Giunta regionale si trattengono illegittimamente soldi appartenenti all’ARAS col rischio che l’Ente possa essere chiuso per mancato pagamento dei dipendenti. “Una stranezza – non viene escluso – che giungerà sul tavolo della Procura della Repubblica”.
Una valanga di attestati di solidarietà per i lavoratori e di indignazione verso la burocrazia e la politica stanno giungendo da parte di sindaci del Comuni siciliani e da parte di allevatori rimasti senza servizi. Mozioni da parte di alcuni consigli comunali stanno per essere deliberate in questi giorni al fine di rimettere in attività un ente indispensabile per la zootecnia isolana.
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