Alcol e giovani: se ne è parlato a Castelbuono

Un incontro-dibattito che l’Amministrazione Comunale di Castelbuono di concerto con l’Istituto Luigi Failla Tedaldi hanno organizzato nell’ambito della campagna di sensibilizzazione e di prevenzione messa in atto dall’Assessorato ai Servizi Sociali , per contrastare il fenomeno delle dipendenze.
A parlare di alcol a circa duecento ragazzi della scuola agraria e del liceo, dove questa mattina si è tenuto l’incontro presso l’auditorium, è stato il Dr. Filippo Triolo psichiatra del CSM 1 di Palermo, esperto di problemi alcolcorrelati. Due ore è durata la sua lezione, in cui l’esperto ha raccontato ai ragazzi quali sono i rischi legati all’uso ed all’abuso di alcol, che per gli adolescenti sono prima di tutto danni alla salute.
L’alcol, a differenza delle altre droghe, gode di una accettazione sociale e di una familiarità e popolarità legate alla cultura italiana del bere, che pone il consumo di vino come componente inseparabile dell’alimentazione. Oggi si può affermare che a fronte delle modificate abitudini e della più ampia disponibilità ed offerta di bevande alcoliche, i giovani e spesso anche gli adulti, hanno adottato modelli di consumo che separando il bere dalla ritualità dei pasti, ed hanno trasformato il significato originale del bere in un valore comportamentale prevalentemente legato all’uso dell’alcol in funzione degli effetti che esso è in grado di esercitare sulle performance personali.
L’alcol è usato per sentirsi più sicuri, più loquaci, per facilitare le relazioni interpersonali, per apparire più emancipati e più “trendy”, per essere più facilmente accettati dal gruppo o, in alcuni casi, per conquistare un ruolo di leadership tra i pari.
E’ proprio l’esclusione dal gruppo e il timore di finire isolati un punto centrale su cui occorre fare leva, secondo il Dr. Triolo per far presa sui giovani. “A quell’età i ragazzi sono superuomini, non hanno paura di niente, i numeri degli incidenti stradali interessano poco. Quello di cui hanno davvero paura è di rimanere esclusi e isolati dal gruppo”. Come il fatto che l’alcol è la prima causa di morte tra i giovani, o che il fisico di un adolescente fino ai 18-20 anni non è in grado di metabolizzare l’alcol in maniera efficiente.
Il dottore Triolo ha saputo captare l’attenzione degli studenti, a concluso l’incontro con il consiglio di ubriacarsi di tutto ciò che di bello c’è nella vita “cultura, poesia, musica, amore, amicizia” ma non di alcol.
Un grazie al Dr. Schillaci, alla D.ssa Giambelluca ed alla professoressa Vigneri che hanno collaborato per l’organizzazione di questa giornata di sensibilizzazione e d’informazione.
L’Assessore ai Servizi Sociali
Dr. Santo Leta

redazione

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