Da mesi il Cavatore Francesco Albergamo di orgini Campane da un periodo trasferitosi a Castelbuono,  alla ricerca di nuove avventure tra i monti madoniti. Si è subito trovato a suo agio tra la comunità,  i ristoratori locali e in particolare il Ristorante Nangalarruni di Castelbuono, dove il patron Peppe Carollo, storico amante del prodotto e responsabile dei ristoratori della Condotta Slow, ha più volte incitato Albergamo a perseverare nelle ricerche.

La notizia colta al balzo dalla condotta, che nella figura del suo Fiduciario,  da anni si è impegnata a far si che il tartufo delle Madonie possa essere una realtà locale. In questi giorni ha avuto la sua consacrazione con diverse cavate di Albergamo e ottimi risultati di raccolta pur essendo un annata non ricca del prodotto stesso.

Il tartufo come tutti ben sanno è  il diamante per eccellenza di tutti i gourmand e i ristoratori locali ne stanno già facendo un’altra eccellenza che si aggiunge a quella del fungo basilisco conosciuto per la sua unicità.

Le seguenti sono le varietà diffuse sul territorio siculo: lo ‘Scorzone’ o tartufo nero estivo (Tuber aestivum), il tartufo nero d’inverno (Tuber brumale), il tartufo nero ordinario (Tuber mesentericum); mentre tra i tartufi bianchi è diffuso il ‘Bianchetto’ (Tuber borchii) ed alcune specie ad esso affini (Tuber puberulum, Tuber driophylum).

-Il mondo del tartufo al quale noi siamo molto vicini, conoscendo da anni alcuni dei migliori cavatori di  Ceppaloni e Alba (Ambedue città del tartufo bianco pregiato) è sempre stato un punto interrogativo nel nostro territorio, perché ogni qual volta i nostri amici sono venuti a trovarci a Castelbuono, hanno sempre sostenuto che i tartufi potessero avere un ottimo habitat nel nostro territorio. Bene adesso grazie a Francesco e al suo piccolo Cagnolino ne abbiamo la certezza anche se, i cinghiali ne stanno distruggendo l’habitat naturale ed anche per questo motivo andrebbero presi provvedimenti d’urgenza al fine di non perdere un occasione di ricchezza per il nostro territorio-Dichiara il fiduciario della condotta Dario Guarcello

Il tartufo è quindi, al contrario dell’opinione comune, abbastanza diffuso nel territorio siciliano tra i 400 e i 1400 metri sul livello del mare.

Per i cercatori le aree tartufigene più importanti dell’Isola sono i boschi con predominanti querce,         lecci e pini.
Sono segnalati tartufi appartenenti al genere Tuber spontanei sulle Madonie, soprattutto lo ‘Scorzone’ e il ‘Bianchetto’ raccolto nelle pinete Castelbuonesi e madonite.

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