In occasione della festività natalizie l’Amministrazione comunale di Pollina, valutata l’importanza didattico-culturale della proposta, vuole dare significato al progetto del Prof. Giacomo Di Marco. Un’idea che tende a raccontare la storia del presepe sin dalle sue origini.
L’artista, in questa occasione non vuole mostrare la sua arte, ma l’arte della storia, l’arte storica del presepe. Egli mostra di se solo modelli di esemplare generosità il cui messaggio si può sintetizzare in una semplice frase “un presepe che mira a dare e non avere”, un esempio filantropico che ricorda all’uomo: “Chi dà per ricevere, non dà nulla”.
Una mostra iconografica, questa, dove le rappresentazioni figurative raccontano la nascita di Gesù nelle più svariate forme artistiche partendo dall’esempio di San Francesco che, nel 1223, a Greggio (tra Terni e Rieti), realizzò il primo presepe. Un’arte pittorica che ha avuto origine nel Medioevo e che col trascorrere del tempo si è modificata senza mai perdere di vista il significato incentrato sul valore della famiglia.
Non si poteva scegliere posto migliore. La Torre risuona di voci, si arricchisce di colori, rivive il passato con la presenza dell’uomo. Quella venerabile notte illuminata dalla luce di Gesù, risplende nell’arte; rivive tra il colore delle vecchie pietre che s’illuminano al tramonto.
Le rappresentazioni sceniche dei vari capolavori di svariati artisti che hanno percorso il tempo nell’arco dei secoli, non si concentrano sulla rappresentazione della sola Natività, ma riproducono anche scene di vita quotidiana. Alcuni dipinti mostrano una tecnica estremamente originale che sembra stravolgere la metodologia classica ed è questa la bellezza dell’arte perché, non cambia il significato del messaggio e dell’evento storico, ma esalta la fantasia dell’artista che, nei secoli, ha donato al mondo un patrimonio d’inestimabile valore.
Il Prof. Di Marco, avvalendosi della collaborazione del prof. Lucio Vranca che ha curato la presentazione della brochure, ha saputo ricercare i dipinti più significativi dalle prestigiose firme. Grazie alla sua iniziativa, Finale e la sua Torre simbolo, diventeranno, durante le feste, luoghi d’arte storica e “messaggeri” di pace. Non potevano mancare le foto che ritraggono la straordinaria opera scultorea della Natività di Antonello Gagini che primeggia in fondo alla navata destra della Chiesa Madre di Pollina. Le due immagini si sposano bene con la pittura perché collocati in un contesto in cui il valore estetico si equivale.
Credo sia giusto sottolineare che l’idea è nata all’interno della struttura scolastica dove i ragazzi, guidati dal Prof. Di Marco, sono diventati protagonisti nell’allestimento del presepe. I personaggi principali della Natività sono lo specchio della tradizione Cristiana “…ma è – dice il professore – quantomeno efficace arricchire la rappresentazione della nascita di Gesù con pannelli inneggianti la pace “. Un messaggio responsabile che i giovani hanno percepito e che hanno voluto trasmettere alla comunità.
Considerando il momento di ansia, di paura e di incertezza politica internazionale che stiamo vivendo e riflettendo su ciò che potrebbe stravolgere la sensibilità delle giovani vite, è quanto mai opportuno che la scuola eviti la sofferenza psicologica con le azioni, con i fatti, con l’esempio.
Lo stesso Papa ha detto”…sono convinto che se ognuno di noi facesse il proposito di evitare le chiacchiere, alla fine diventerebbe Santo…”. Nessuno ha la pretesa di diventare Santo, ma porsi ad esempio concretamente è come arricchire una spiaggia con dei granelli di sabbia che la natura modella e amalgama a suo piacimento creando un biosistema formato da organismi animali, vegetali e minerali per offrire il tutto all’uomo affinché, questi, goda in pace la magnificenza del creato.

Lucio Vranca